LI24
ARMA POLLERA
Altre denominazioni
POLLERA;GROTTA O CAVITA' DELLA POLLERA;ARMA DI PI
Grotte collegate
Primo censitore
BENSA P.
Regione
LIGURIA
Provincia
SV
Comune
FINALE LIGURE
Località
PIANMARINO
Area carsica
Dimensioni
Sviluppo reale
2400
Sviluppo planimetrico
0
Estensione
0
Dislivello positivo
0
Dislivello negativo
-127
Dislivello totale
127
Posizione dell'ingresso
Latitudine
4894400.789
Longitudine
1445263.379
Tipo di coordinate
Gauss Boaga Zona 1
Tipo coordinate originali
GPS Geografiche WGS84
Quota altimetrica
284
Quota GPS
0
Valutazione dato
coordinate gps di precisione
Cavità archeologica
Si
Cavità marina
No
Rischio ambientale
No
Gruppi
G.S.L. A. ISSEL
Note
CAVITA' SOTTOPOSTA A VINCOLO ARCHEOLOGICO
H.D.S.
RILIEVO STORICO BOLZANETO
RILIEVO STORICO BIXIO
Archeologica
H.D.S.
RILIEVO STORICO BOLZANETO
RILIEVO STORICO BIXIO
Archeologica
Descrizione
Il toponimo “Arma” è l’espressione dialettale comunemente usata nel ponente ligure per indicare una caverna; poiché quasi tutte le “grotte” più significative del Finalese sono state, prima ancora, “caverne” abitate nella preistoria dai nostri antenati, ecco spiegato l’uso frequente del termine “Arma” per indicarle.
Sua caratteristica maggiormente spettacolare sono i portali d’ingresso, Ovest e Sud Ovest; quest’ultimo, ampio e imponente, raggiunge l’altezza di 15 metri ed è largo circa 30. Introducono nella vasta Sala Perrando, quasi pianeggiante, che a destra sprofonda, in parte, in un pozzo e, in parte degrada, lungo un ripido ed estremamente sdrucciolevole pendio fangoso di circa 50 metri (Scivolo), sino al Salone Issel. Ci si trova così in un ambiente detto “di crollo”, formatosi in pratica dal distacco, in epoche molto remote, d’enormi blocchi di roccia dalla volta della cavità originaria che hanno, per così dire, piastrellato l’intero pavimento trasformandolo in un ampio tavolato, interrotto qua e là da profonde fessure: il Plateau.
A margine di quell’impressionante cumulo franoso scorre il Rio Montesordo, in periodi di secca quasi completamente nascosto tra gl’infiniti interstizi della gigantesca frana. Sebbene il ramo a monte del Rio non sia stato mai percorso per palese impraticabilità, da ricerche condotte con traccianti (sostanze chimiche non dannose che colorano l’acqua), si è scoperto che le sue acque provengono dagli inghiottitoi di Pianmarino, vasto altipiano posto poco più in alto e abbastanza vicino alla grotta.
Le esplorazioni più attempate cercarono, inoltrandosi tra i blocchi della frana, di trovare una qualche prosecuzione; la più immediata ed istintiva era suggerita dal corso del torrente ipogeo e, seguendolo attraverso strette diaclasi verticali (fessure spesso bagnate e scivolose) e contorti passaggi tra i massi, raggiunsero la Sala Gestro per scendere, poi, il Pozzo degli Scemi.
Attorno agli anni sessanta, sempre partendo dalla Sala della Frana immediatamente sotto il Plateau, con caparbietà ed encomiabile tenacia, si riuscì ad immaginare e a percorrere un labirintico passaggio che, contro ogni logica spicciola, volgeva in salita per condurre proprio al vertice della frana stessa da cui, riscendendo sul lato opposto in una forra fossile (cioè in un letto abbandonato di un antico torrente), si giunse alla Sala del Presepio.
Dalla sala si avanza in un piccolo meandro, sempre più angusto, sino ad una “buca da lettere” attraverso cui, calandosi con la corda, si raggiunge nuovamente il ramo attivo. Proprio qui inizia la Grotta del Buio Nuovo, che può essere percorsa, verso monte, sino alla Sala delle Voci, dove ritroviamo il sifone che porta alla fatidica Saletta delle Conche; oppure, verso valle, avanzando – un po’ sugli affioramenti rocciosi e sui crostoni concrezionali a pelo d’acqua, un po’ in contrapposizione – per arrivare alla Sala della Sabbia, laddove fessure impraticabili impediscono ulteriori prosecuzioni: è il punto più lontano dall’ingresso dal quale dista circa 500 metri.
Quasi a metà della forra a valle potremmo deviare a destra per una breve risalita su concrezioni che immette nei Saloni Bensa: sono ambienti inizialmente ampi e, poi, ramificati in molteplici cunicoli via via sempre più angusti e inagibili, abbelliti da alcune concrezioni.
Poco prima della Sala della Sabbia, l’acqua s’incanala a destra in una stretta diramazione discendente per sifonare poco dopo; oltre a costituire il punto più profondo della cavità (-64 metri), è anche il punto di congiunzione con l’Arma del Buio, detto “Vecchio” per distinguerlo, appunto, dalla parte “Nuova” testé descritta, ‘trait d’union’ con l’Arma Pollera. Alcuni s’avventurano in una rapida ma pericolosa apnea per forzare il breve sifone e compiere, così, l’intera traversata; chi passa per primo può giovarsi della limpidezza dell’acqua e di una discreta visibilità… Tutti gli altri, sia per l’intorbidamento progressivo dell’acqua sia per la ristrettezza del passaggio, rischiano molto di più.
Attualmente è possibile svuotare il sifone tramite dei tubi a caduta entrando dall' Arma del Buio.
Sua caratteristica maggiormente spettacolare sono i portali d’ingresso, Ovest e Sud Ovest; quest’ultimo, ampio e imponente, raggiunge l’altezza di 15 metri ed è largo circa 30. Introducono nella vasta Sala Perrando, quasi pianeggiante, che a destra sprofonda, in parte, in un pozzo e, in parte degrada, lungo un ripido ed estremamente sdrucciolevole pendio fangoso di circa 50 metri (Scivolo), sino al Salone Issel. Ci si trova così in un ambiente detto “di crollo”, formatosi in pratica dal distacco, in epoche molto remote, d’enormi blocchi di roccia dalla volta della cavità originaria che hanno, per così dire, piastrellato l’intero pavimento trasformandolo in un ampio tavolato, interrotto qua e là da profonde fessure: il Plateau.
A margine di quell’impressionante cumulo franoso scorre il Rio Montesordo, in periodi di secca quasi completamente nascosto tra gl’infiniti interstizi della gigantesca frana. Sebbene il ramo a monte del Rio non sia stato mai percorso per palese impraticabilità, da ricerche condotte con traccianti (sostanze chimiche non dannose che colorano l’acqua), si è scoperto che le sue acque provengono dagli inghiottitoi di Pianmarino, vasto altipiano posto poco più in alto e abbastanza vicino alla grotta.
Le esplorazioni più attempate cercarono, inoltrandosi tra i blocchi della frana, di trovare una qualche prosecuzione; la più immediata ed istintiva era suggerita dal corso del torrente ipogeo e, seguendolo attraverso strette diaclasi verticali (fessure spesso bagnate e scivolose) e contorti passaggi tra i massi, raggiunsero la Sala Gestro per scendere, poi, il Pozzo degli Scemi.
Attorno agli anni sessanta, sempre partendo dalla Sala della Frana immediatamente sotto il Plateau, con caparbietà ed encomiabile tenacia, si riuscì ad immaginare e a percorrere un labirintico passaggio che, contro ogni logica spicciola, volgeva in salita per condurre proprio al vertice della frana stessa da cui, riscendendo sul lato opposto in una forra fossile (cioè in un letto abbandonato di un antico torrente), si giunse alla Sala del Presepio.
Dalla sala si avanza in un piccolo meandro, sempre più angusto, sino ad una “buca da lettere” attraverso cui, calandosi con la corda, si raggiunge nuovamente il ramo attivo. Proprio qui inizia la Grotta del Buio Nuovo, che può essere percorsa, verso monte, sino alla Sala delle Voci, dove ritroviamo il sifone che porta alla fatidica Saletta delle Conche; oppure, verso valle, avanzando – un po’ sugli affioramenti rocciosi e sui crostoni concrezionali a pelo d’acqua, un po’ in contrapposizione – per arrivare alla Sala della Sabbia, laddove fessure impraticabili impediscono ulteriori prosecuzioni: è il punto più lontano dall’ingresso dal quale dista circa 500 metri.
Quasi a metà della forra a valle potremmo deviare a destra per una breve risalita su concrezioni che immette nei Saloni Bensa: sono ambienti inizialmente ampi e, poi, ramificati in molteplici cunicoli via via sempre più angusti e inagibili, abbelliti da alcune concrezioni.
Poco prima della Sala della Sabbia, l’acqua s’incanala a destra in una stretta diramazione discendente per sifonare poco dopo; oltre a costituire il punto più profondo della cavità (-64 metri), è anche il punto di congiunzione con l’Arma del Buio, detto “Vecchio” per distinguerlo, appunto, dalla parte “Nuova” testé descritta, ‘trait d’union’ con l’Arma Pollera. Alcuni s’avventurano in una rapida ma pericolosa apnea per forzare il breve sifone e compiere, così, l’intera traversata; chi passa per primo può giovarsi della limpidezza dell’acqua e di una discreta visibilità… Tutti gli altri, sia per l’intorbidamento progressivo dell’acqua sia per la ristrettezza del passaggio, rischiano molto di più.
Attualmente è possibile svuotare il sifone tramite dei tubi a caduta entrando dall' Arma del Buio.
Itinerario
Da Finale Ligure si prende la strada che va in direzione di Calice, dopo circa due chilometri e mezzo, si svolta a destra in direzione di Perti. Raggiunta la piazzetta della chiesa si prosegue per la strada asfaltata per circa 2 chilometri. Quando finisce l'asfalto si prosegue a piedi lungo una strada chiusa da una sbarra sulla destra, attraversato un gruppo di case, si segue un sentierino che abbandona la strada principale sulla destra e si raggiunge un torrente, guadato il quale si risale su un sentiero a sinistra, poco dopo bisogna prestare attenzione a individuare un altro sentierino sulla destra che sale nel bosco dopo tornanti e scalini si arriva all'ultimo bivio, si segue la continuazione di sinistra e dopo poco si arriva al grandioso antro.
Fauna
sito riproduttivo e di svernamento di chirotteri
Dati pre importazione
1{_"REGIONE":"LI","PROV":"SV","NUM":"24","SPECIF":"2","DATAGG":"2008-01-14","DRILEV":"1987-12-31","NOME":"ARMA POLLERA","SINON":"POLLERA;GROTTA O CAVITA' DELLA POLLERA;ARMA DI PI","RAS":"S","COMUNE":"FINALE LIGURE","LOCAL":"PIANMARINO","VALLE":"VALLE DU RIAN","ACAR":"CARPANEA - ROCCA DI PERTI","ACARCOD":"SV30","FM":null,"FMCOD":"PDF","AGE":"Miocene","SVILRE":"2400","SVILPLAN":"0","ESTEN":"0","DPOS":"0","DNEG":"-127","DTOT":"127","TC_01":"Gauss Boaga Generiche","latitude":"4894400.789","longitude":"1445263.379","DC_01":null,"SC_01":"296","AE_01":"0","QA_01":"284","QC_01":null,"VD_01":"coordinate gps di precisione","IDRO":null,"RILEVATORI":"BENSA P.","GRADORIL":null,"GRUPPI":"G.S.L. A. ISSEL","NOTE":"CAVITA' SOTTOPOSTA A VINCOLO ARCHEOLOGICO\r\nH.D.S.","NOTE2":"RILIEVO STORICO BOLZANETO\r\nRILIEVO STORICO BIXIO","RCS":"Archeologica","ITINERARIO":"Da Finale Ligure si prende la strada che va in direzione di Calice, dopo circa due chilometri e mezzo, si svolta a destra in direzione di Perti. Raggiunta la piazzetta della chiesa si prosegue per la strada asfaltata per circa 2 chilometri. Quando finisce l'asfalto si prosegue a piedi lungo una strada chiusa da una sbarra sulla destra, attraversato un gruppo di case, si segue un sentierino che abbandona la strada principale sulla destra e si raggiunge un torrente, guadato il quale si risale su un sentiero a sinistra, poco dopo bisogna prestare attenzione a individuare un altro sentierino sulla destra che sale nel bosco dopo tornanti e scalini si arriva all'ultimo bivio, si segue la continuazione di sinistra e dopo poco si arriva al grandioso antro.","DESCRIZIONE":"Il toponimo \u201cArma\u201d \u00e8 l\u2019espressione dialettale comunemente usata nel ponente ligure per indicare una caverna; poich\u00e9 quasi tutte le \u201cgrotte\u201d pi\u00f9 significative del Finalese sono state, prima ancora, \u201ccaverne\u201d abitate nella preistoria dai nostri antenati, ecco spiegato l\u2019uso frequente del termine \u201cArma\u201d per indicarle. \r\nSua caratteristica maggiormente spettacolare sono i portali d\u2019ingresso, Ovest e Sud Ovest; quest\u2019ultimo, ampio e imponente, raggiunge l\u2019altezza di 15 metri ed \u00e8 largo circa 30. Introducono nella vasta Sala Perrando, quasi pianeggiante, che a destra sprofonda, in parte, in un pozzo e, in parte degrada, lungo un ripido ed estremamente sdrucciolevole pendio fangoso di circa 50 metri (Scivolo), sino al Salone Issel. Ci si trova cos\u00ec in un ambiente detto \u201cdi crollo\u201d, formatosi in pratica dal distacco, in epoche molto remote, d\u2019enormi blocchi di roccia dalla volta della cavit\u00e0 originaria che hanno, per cos\u00ec dire, piastrellato l\u2019intero pavimento trasformandolo in un ampio tavolato, interrotto qua e l\u00e0 da profonde fessure: il Plateau. \r\nA margine di quell\u2019impressionante cumulo franoso scorre il Rio Montesordo, in periodi di secca quasi completamente nascosto tra gl\u2019infiniti interstizi della gigantesca frana. Sebbene il ramo a monte del Rio non sia stato mai percorso per palese impraticabilit\u00e0, da ricerche condotte con traccianti (sostanze chimiche non dannose che colorano l\u2019acqua), si \u00e8 scoperto che le sue acque provengono dagli inghiottitoi di Pianmarino, vasto altipiano posto poco pi\u00f9 in alto e abbastanza vicino alla grotta. \r\nLe esplorazioni pi\u00f9 attempate cercarono, inoltrandosi tra i blocchi della frana, di trovare una qualche prosecuzione; la pi\u00f9 immediata ed istintiva era suggerita dal corso del torrente ipogeo e, seguendolo attraverso strette diaclasi verticali (fessure spesso bagnate e scivolose) e contorti passaggi tra i massi, raggiunsero la Sala Gestro per scendere, poi, il Pozzo degli Scemi. \r\nAttorno agli anni sessanta, sempre partendo dalla Sala della Frana immediatamente sotto il Plateau, con caparbiet\u00e0 ed encomiabile tenacia, si riusc\u00ec ad immaginare e a percorrere un labirintico passaggio che, contro ogni logica spicciola, volgeva in salita per condurre proprio al vertice della frana stessa da cui, riscendendo sul lato opposto in una forra fossile (cio\u00e8 in un letto abbandonato di un antico torrente), si giunse alla Sala del Presepio. \r\nDalla sala si avanza in un piccolo meandro, sempre pi\u00f9 angusto, sino ad una \u201cbuca da lettere\u201d attraverso cui, calandosi con la corda, si raggiunge nuovamente il ramo attivo. Proprio qui inizia la Grotta del Buio Nuovo, che pu\u00f2 essere percorsa, verso monte, sino alla Sala delle Voci, dove ritroviamo il sifone che porta alla fatidica Saletta delle Conche; oppure, verso valle, avanzando \u2013 un po\u2019 sugli affioramenti rocciosi e sui crostoni concrezionali a pelo d\u2019acqua, un po\u2019 in contrapposizione \u2013 per arrivare alla Sala della Sabbia, laddove fessure impraticabili impediscono ulteriori prosecuzioni: \u00e8 il punto pi\u00f9 lontano dall\u2019ingresso dal quale dista circa 500 metri. \r\nQuasi a met\u00e0 della forra a valle potremmo deviare a destra per una breve risalita su concrezioni che immette nei Saloni Bensa: sono ambienti inizialmente ampi e, poi, ramificati in molteplici cunicoli via via sempre pi\u00f9 angusti e inagibili, abbelliti da alcune concrezioni. \r\nPoco prima della Sala della Sabbia, l\u2019acqua s\u2019incanala a destra in una stretta diramazione discendente per sifonare poco dopo; oltre a costituire il punto pi\u00f9 profondo della cavit\u00e0 (-64 metri), \u00e8 anche il punto di congiunzione con l\u2019Arma del Buio, detto \u201cVecchio\u201d per distinguerlo, appunto, dalla parte \u201cNuova\u201d test\u00e9 descritta, \u2018trait d\u2019union\u2019 con l\u2019Arma Pollera. Alcuni s\u2019avventurano in una rapida ma pericolosa apnea per forzare il breve sifone e compiere, cos\u00ec, l\u2019intera traversata; chi passa per primo pu\u00f2 giovarsi della limpidezza dell\u2019acqua e di una discreta visibilit\u00e0\u2026 Tutti gli altri, sia per l\u2019intorbidamento progressivo dell\u2019acqua sia per la ristrettezza del passaggio, rischiano molto di pi\u00f9. \r\nAttualmente \u00e8 possibile svuotare il sifone tramite dei tubi a caduta entrando dall' Arma del Buio.","FAUNA":"sito riproduttivo e di svernamento di chirotteri","oricoordtype":"GPS Geografiche WGS84","recordinsert":"2010-07-10 01:29:37","recordupdate":"2018-04-23 11:49:29","username":"admin","userupdate":"alessandrovernassa","marina":"N","archeologica":"S","rischioambientale":"N","chiusa":"N","data_verifica":null,"photo1":"P7281012.JPG","COLL":"24,27"}
Dati compilazione
Data importazione
10/07/2010
Utente che ha inserito i dati
admin
Utente che ha aggiornato i dati
alessandrovernassa
Ultima modifica dei dati
23/04/2018
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 UTM (x,y,zone):
Bibliografia
1885 | Note Entomologiche 1. Contribuzione allo studio della fauna entomologica delle caverne in Italia | GESTRO Raffaello | Visualizza |
1887 | Gli Antophtalmus trovati finora in Liguria | GESTRO Raffaello | Visualizza |
1893 | Le caverne ossifere e i loro antichi abitanti | ISSEL Arturo | Visualizza |
1896 | Studio sul Chernetes italiani osservati nel Museo Civico di Genova con descrizione d'una nuova specie. | SIMON E. | Visualizza |
1898 | Due nuovi anoftalmi | GESTRO Raffaello | Visualizza |
1900 | Le grotte dell'Appennino Ligure e delle Alpi Marittime | BENSA Paolo | Visualizza |
1906 | Speleologia (Studio delle Caverne) | CASELLI Carlo | Visualizza |
1908 | Liguria preistorica | ISSEL Arturo | Visualizza |
1918 | Il Finalese e le sue caverne | ISSEL Arturo | Visualizza |
1920 | Il Finalese | SACCO Federico | Visualizza |
1924 | Guida per escursioni nelle Alpi e Appennini Liguri | DELLEPIANE Giovanni | Visualizza |
1930 | I Coleotteri Cavernicoli Italiani. Elenco geografico delle grotte con indicazione delle specie e varietà dei coleotteri cavernicoli finora trovati in Italia | MULLER Giuseppe | Visualizza |
1932 | I Miriapodi cavernicoli italiani | MANFREDI Paola | Visualizza |
1939 | Liguria geologica | ROVERETO Gaetano | Visualizza |
1950 | Aracnidi cavernicoli liguri | DI CAPORIACCO Ludovico | Visualizza |
1951 | La fauna della "Arma Pollera" - N. 24 Li presso Finale Ligure | FRANCISCOLO Mario | Visualizza |
1955 | Fauna cavernicola del Savonese | FRANCISCOLO Mario | Visualizza |
1958 | Sull'inanellamento dei pipistrelli in Liguria | DINALE Giovanni | Visualizza |
1959 | Grotte della Liguria | SANFILIPPO Nino | Visualizza |
1961 | Prospettive di esplorazione di grotte e di ricerche speleologiche in Liguria | DINALE Giovanni | Visualizza |
1968 | La "Pollera" e il "Bujo" due grotte che sono in realtà una sola | RAVACCIA Cecilia | Visualizza |
1969 | Campo parascolastico Italo-Belga Calizzano 1969 | CACHIA Maurizio | Visualizza |
1970 | Dall'archivio del gruppo… | REPETTO Francesco | Visualizza |
1971 | Le maggiori e più profonde cavità italiane | BADINI Giulio | Visualizza |
1972-1973 | Vandali all'Arma Pollera | MASSUCCO Rinaldo | Visualizza |
1978 | Grotta Pollera (Finale Ligure) | Delegazione Speleologica Ligure | Visualizza |
1979 | La preistoria dell'Arma Pollera | ROSSI G. | Visualizza |
1979-1990 | 1979-1990: l'attività del G.S.S. fuori Bardineto | SANNA Adele | Visualizza |
1980 | Note sulla flora dell'Arma Pollera (24 LI/SV, Liguria occidentale) | CALANDRI Gilberto | Visualizza |
1982 | Il popolamento cavernicolo delle Alpi Occidentali | BOLOGNA Marco, VIGNA TAGLIANTI Augusto | Visualizza |
1984 | Contributo per una storia degli aspetti religiosi delle grotte della Liguria occidentale | BONZANO Claudio, CALANDRI Gilberto | Visualizza |
1985 | Lepidotteri ditteri, diplopodi e... e di tutto un po (ricerche biospeleologiche) | BONZANO Claudio, REDA BONZANO Beatrice | Visualizza |
1986 | Considerazioni generali sulla fauna cavernicola delle Alpi Liguri | BOLOGNA Marco, BONZANO Claudio, VIGNA TAGLIANTI Augusto | Visualizza |
1987 | Tuttospeleo 1 | Mario Dotti, Aldo Petrozzi, Nanni Pizzorni, Luisa Luperini, Roberto Amadori | Visualizza |
1987 | Le nostre grotte | BIXIO Roberto, CULOTTA Nadia, DE BIASI Mario, FERRI Giuseppe, FORTI Paolo, LECCIOLI Sergio, MAIFREDI Pietro, MAINERI Dario, MAIOLINO Luciano, MASSUCCO Rinaldo, ODETTI Giuliva, PAGANO Leandro, REPETTO Francesco, ZOIA Stefano | Visualizza |
1989 | Una "spedizione" alla Pollera | BRACCO Rodolfo | Visualizza |
1991 | Andare in Pollera | BRACCO Rodolfo | Visualizza |
1993-1996 | Speleorama_6_1993-1996 | Loris Leporatti, Carlo Marzio, Mauro Verme, Carlo Pedevilla, Giorgio Moreni, Massimo Pozzo, Riccardo Barbero, Giorgio Magnani, Angelo Raveane, Alessandro Vernassa | Visualizza |
2006 | Speleologia e Archeologia | Gruppo Speleologico C.A.I. Bolzaneto | Visualizza |
2008 | Tuttospeleo 10 | Pier Franco Bastanti, Ilaria Cambiaso, Roberto Galanti, Juri Traverso, Riccardo Barbero, Gianluca Gavotti, Enrico Di Piazza, Erika Friburgo, Stefania Pittaluga, Henry De Santis, Alessandro Vernassa, Gigi Perasso e A Tomaselli, PV Risso, Rosita Sarcina | Visualizza |
2008-2009 | Nuovi dati dall'assemblaggio della ceramica della Grotta Pollera (Finale Ligure SV) | Angiolo Del Lucchese, Elisabetta Starnini | Visualizza |
2011 | Tuttospeleo 11 | Juri Traverso, Luciano Astolfi, Enrico Di Piazza, Enrica Dondero, Pierfranco Bastanti, Sergio Cipollina, Piervittorio Risso, Gianluca Gavotti, Giuliano Rimassa | Visualizza |
PIANTA Pollera + Buio 12-2017: 3D Viewer
Schede storiche Issel:
Genera scheda catastale
Scarica scheda per l'aggiornamento