LI235
CAVERNA DI QUARATICA
Primo censitore
CODDE' E.
Regione
LIGURIA
Provincia
SP
Comune
RICCO' DEL GOLFO DI SPEZIA
Località
QUARATICA-CANALE
Area carsica
Dimensioni
Sviluppo reale
360
Sviluppo planimetrico
0
Estensione
0
Dislivello positivo
0
Dislivello negativo
-70
Dislivello totale
70
Posizione dell'ingresso
Latitudine
44°07'56.4'' N
Longitudine
9°45'48.7''E
Tipo di coordinate
GPS Geografiche WGS84
Tipo coordinate originali
GPS Geografiche WGS84
Quota altimetrica
320
Quota GPS
0
Valutazione dato
sviluppo ed ed estensione da aggiornare: non comprede i nuovi rami
Cavità archeologica
No
Cavità marina
No
Rischio ambientale
No
Cavità chiusa
Si
Idrologia
laghi,sifoni,torrenti
Percorribilità
CON ATTREZZATURA DI PROGRESSIONE SU CORDA
Gruppi
G.S.L. A. ISSEL
CAI SARZANA - esplorazione e rilievo rami luna park
CAI SARZANA - esplorazione e rilievo rami luna park
Note
PROTEZIONE FAUNA
Cavità chiusa
Cavità chiusa
Descrizione
I terreni geologici in cui si sviluppa la Caverna di Quaratica appartengono alla cosiddetta Falda Toscana, una unità tettonica sovrapposta alle sottostanti unità Liguri attraverso una grossa piega coricata che prende il nome di Lama della Spezia. La grotta si apre proprio al nucleo di questa piega anticlinale, all'interno della Formazione di La Spezia di età Retica (Trias superiore) e più precisamente nel Membro di calcari e marne di Monte Santa Croce, costituito da strati calcarei grigio scuri ed intervalli marnosi grigi irregolarmente alternati con intercalazioni di dolomie biancastre. Gli strati immergono grosso modo verso Nord con inclinazioni basse, tra l'orizzontale ed i 25°. Con i suoi 63 Km2, la lama di La Spezia è l'area carsica più estesa della Liguria.
La caverna di Quaratica si sviluppa su tre livelli sovrapposti uniti da tratti verticali. Si tratta di condotte di origine freatica impostate lungo una famiglia di fratture subverticali con direzione circa SE-NW. I due livelli superiori sono ormai "fossili", cioè non più percorsi da acqua, mentre il livello inferiore è ancora attivo e viene interamente occupato dalle acque durante le piene.
Dall’ingresso un cunicolo conduce ad un pozzetto di circa 2 metri superato il quale si accede ad una galleria più ampia in leggera discesa. Da qui, attraverso un passaggio sulla parete di sinistra si incontra un pozzo da 23 metri che porta nel livello intermedio. Alla base del pozzo si prosegue lungo un meandro interrotto da alcuni passaggi angusti, fino a raggiungere la zona da cui, con due salti successivi, si accede al livello sottostante (punto 6), la parte più profonda della cavità. Una via alternativa, prevalentemente verticale, connette il livello più alto con quello attivo. Si può imboccare poco dopo l’ingresso, proseguendo lungo la galleria principale ed evitando il P23; in questo caso una serie di piccoli pozzi ed un salto finale di 26 metri conducono direttamente al livello più basso della grotta.
Il livello attivo, dal punto 6 del rilievo, è percorribile sia in salita fino ad un’ostruzione di massi non calcarei, sia in discesa fino a raggiungere il sifone terminale. Su tale livello è stato recentemente esplorato dagli speleologi del CAI Sarzana un lungo ramo orizzontale che ha più che raddoppiato lo sviluppo della grotta.
In più parti della cavità si possono rinvenire ciottoli alloctoni di varie dimensioni. Si tratta di materiale proveniente dalle zone a monte della valle del fosso Crocetta, immesso nel reticolo ipogeo dalle piene. Tutta la grotta è riccamente concrezionata soprattutto dalle colate calcitiche che ricoprono quasi interamente le pareti.
Idrologia:
La struttura dei drenaggi profondi risulta ancora poco conosciuta. Sicuramente all'interno di questa grande area esistono diversi sistemi carsici indipendenti, ma i loro limiti sono tuttora incerti in quanto le conoscenze speleologiche ed idrologiche sono piuttosto scarse. Il sistema principale, al quale presumibilmente appartiene la zona di Quaratica, drena le acqua al disotto delle grandi depressioni carsiche di Caresana, Campastrino e San Benedetto verso le sorgenti sottomarine che sgorgavano in passato nel golfo della Spezia. Attualmente tali sorgenti sono invisibili in quanto captate o deviate durante la costruzione dell'Arsenale e del porto militare di La Spezia
La caverna di Quaratica si sviluppa su tre livelli sovrapposti uniti da tratti verticali. Si tratta di condotte di origine freatica impostate lungo una famiglia di fratture subverticali con direzione circa SE-NW. I due livelli superiori sono ormai "fossili", cioè non più percorsi da acqua, mentre il livello inferiore è ancora attivo e viene interamente occupato dalle acque durante le piene.
Dall’ingresso un cunicolo conduce ad un pozzetto di circa 2 metri superato il quale si accede ad una galleria più ampia in leggera discesa. Da qui, attraverso un passaggio sulla parete di sinistra si incontra un pozzo da 23 metri che porta nel livello intermedio. Alla base del pozzo si prosegue lungo un meandro interrotto da alcuni passaggi angusti, fino a raggiungere la zona da cui, con due salti successivi, si accede al livello sottostante (punto 6), la parte più profonda della cavità. Una via alternativa, prevalentemente verticale, connette il livello più alto con quello attivo. Si può imboccare poco dopo l’ingresso, proseguendo lungo la galleria principale ed evitando il P23; in questo caso una serie di piccoli pozzi ed un salto finale di 26 metri conducono direttamente al livello più basso della grotta.
Il livello attivo, dal punto 6 del rilievo, è percorribile sia in salita fino ad un’ostruzione di massi non calcarei, sia in discesa fino a raggiungere il sifone terminale. Su tale livello è stato recentemente esplorato dagli speleologi del CAI Sarzana un lungo ramo orizzontale che ha più che raddoppiato lo sviluppo della grotta.
In più parti della cavità si possono rinvenire ciottoli alloctoni di varie dimensioni. Si tratta di materiale proveniente dalle zone a monte della valle del fosso Crocetta, immesso nel reticolo ipogeo dalle piene. Tutta la grotta è riccamente concrezionata soprattutto dalle colate calcitiche che ricoprono quasi interamente le pareti.
Idrologia:
La struttura dei drenaggi profondi risulta ancora poco conosciuta. Sicuramente all'interno di questa grande area esistono diversi sistemi carsici indipendenti, ma i loro limiti sono tuttora incerti in quanto le conoscenze speleologiche ed idrologiche sono piuttosto scarse. Il sistema principale, al quale presumibilmente appartiene la zona di Quaratica, drena le acqua al disotto delle grandi depressioni carsiche di Caresana, Campastrino e San Benedetto verso le sorgenti sottomarine che sgorgavano in passato nel golfo della Spezia. Attualmente tali sorgenti sono invisibili in quanto captate o deviate durante la costruzione dell'Arsenale e del porto militare di La Spezia
Itinerario
Dal casello autostradale di Brugnato (autostrada A12 Genova-Livorno) si imbocca la S.S. n° 1 Aurelia in direzione La Spezia.
Superati Borghetto Vara e Riccò del Golfo si incontra l’abitato di Campastrino (3 Km da Riccò del Golfo); a questo punto si imbocca, a destra, la strada che conduce a Quaratica e si prosegue per circa 1 km fino ad incontrare un gruppo di case in prossimità delle quali è possibile parcheggiare l’auto.
Si procede lungo un sentiero che, dal bordo sinistro della strada, scende ripido a gradini attraversando i terrazzamenti sottostanti e giunge nell'alveo del torrente spesso in secca e, purtroppo, ingombro di vegetazione e rifiuti.
Da qui si risale per un brevissimo tratto il greto e si individua, a destra, l’ingresso, che si presenta come una cavità con ampiezza di circa 1.5 m situata a 2 m dal fondo del canale.
Il percorso discendente sui terrazzamenti ormai incolti è reso difficoltoso dalla presenza di arbusti, sterpaglie e soprattutto molti rovi; pertanto è utile avere uno strumento per aprirsi un varco.
Superati Borghetto Vara e Riccò del Golfo si incontra l’abitato di Campastrino (3 Km da Riccò del Golfo); a questo punto si imbocca, a destra, la strada che conduce a Quaratica e si prosegue per circa 1 km fino ad incontrare un gruppo di case in prossimità delle quali è possibile parcheggiare l’auto.
Si procede lungo un sentiero che, dal bordo sinistro della strada, scende ripido a gradini attraversando i terrazzamenti sottostanti e giunge nell'alveo del torrente spesso in secca e, purtroppo, ingombro di vegetazione e rifiuti.
Da qui si risale per un brevissimo tratto il greto e si individua, a destra, l’ingresso, che si presenta come una cavità con ampiezza di circa 1.5 m situata a 2 m dal fondo del canale.
Il percorso discendente sui terrazzamenti ormai incolti è reso difficoltoso dalla presenza di arbusti, sterpaglie e soprattutto molti rovi; pertanto è utile avere uno strumento per aprirsi un varco.
Fauna
Urodeli
Storia
Il territorio carsico della Lama della Spezia è stato uno dei primi in Italia dove si siano svolte ricerche di tipo idrologico e speleologico, tanto da poter essere considerato la culla della speleologia dell'Italia nordoccidentale.
Infatti uno dei primi, forse il primo, trattato di idrologia carsica, "Lezione accademica intorno all'origine delle fontane" di Vallisneri (1726) descrive dettagliatamente i fenomeni carsici spezzini, indicando anche alcune cavità. Negli anni seguenti le ricerche furono portate avanti da Lazzaro Spallanzani e Paolo Spadoni che descrivono le grotte da loro visitate in diversi soggiorni spezzini alla fine del '700.
Durante tutto l'800 l'esplorazione scientifica delle cavità prosegue con fini soprattutto paleontologici e faunistici ad opera di diversi studiosi fra cui spicca lo spezzino Giovanni Capellini, autore di numerosi scritti di carattere preistorico e paletnologico. All'inizio del '900 risalgono i primi tentativi di catalogazione catastale ad opera di Carlo Caselli (1919-1920) poi proseguiti dai lavori del Gruppo Speleologico Lunense nel primo dopoguerra.
L'ultimo lavoro che raggruppa tutti i dati sulle cavità spezzine fino ad allora catastate è quello di Barbagelata [Catasto delle cavità sotterranee naturali della provincia della Spezia; Memorie della Accademia Lunigianese di Scienze; Vol. XLVIII-L 1978-1980; 1985], che tuttavia nulla aggiunge alle conoscenze sulla circolazione idrica della zona.
Infatti uno dei primi, forse il primo, trattato di idrologia carsica, "Lezione accademica intorno all'origine delle fontane" di Vallisneri (1726) descrive dettagliatamente i fenomeni carsici spezzini, indicando anche alcune cavità. Negli anni seguenti le ricerche furono portate avanti da Lazzaro Spallanzani e Paolo Spadoni che descrivono le grotte da loro visitate in diversi soggiorni spezzini alla fine del '700.
Durante tutto l'800 l'esplorazione scientifica delle cavità prosegue con fini soprattutto paleontologici e faunistici ad opera di diversi studiosi fra cui spicca lo spezzino Giovanni Capellini, autore di numerosi scritti di carattere preistorico e paletnologico. All'inizio del '900 risalgono i primi tentativi di catalogazione catastale ad opera di Carlo Caselli (1919-1920) poi proseguiti dai lavori del Gruppo Speleologico Lunense nel primo dopoguerra.
L'ultimo lavoro che raggruppa tutti i dati sulle cavità spezzine fino ad allora catastate è quello di Barbagelata [Catasto delle cavità sotterranee naturali della provincia della Spezia; Memorie della Accademia Lunigianese di Scienze; Vol. XLVIII-L 1978-1980; 1985], che tuttavia nulla aggiunge alle conoscenze sulla circolazione idrica della zona.
Autori immagine ingresso
Jake Red
Autori testi Itinerario
Piote
Dati pre importazione
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La grotta si apre proprio al nucleo di questa piega anticlinale, all'interno della Formazione di La Spezia di et\u00e0 Retica (Trias superiore) e pi\u00f9 precisamente nel Membro di calcari e marne di Monte Santa Croce, costituito da strati calcarei grigio scuri ed intervalli marnosi grigi irregolarmente alternati con intercalazioni di dolomie biancastre. Gli strati immergono grosso modo verso Nord con inclinazioni basse, tra l'orizzontale ed i 25\u00b0. Con i suoi 63 Km2, la lama di La Spezia \u00e8 l'area carsica pi\u00f9 estesa della Liguria.\r\nLa caverna di Quaratica si sviluppa su tre livelli sovrapposti uniti da tratti verticali. Si tratta di condotte di origine freatica impostate lungo una famiglia di fratture subverticali con direzione circa SE-NW. I due livelli superiori sono ormai \"fossili\", cio\u00e8 non pi\u00f9 percorsi da acqua, mentre il livello inferiore \u00e8 ancora attivo e viene interamente occupato dalle acque durante le piene.\r\nDall\u2019ingresso un cunicolo conduce ad un pozzetto di circa 2 metri superato il quale si accede ad una galleria pi\u00f9 ampia in leggera discesa. Da qui, attraverso un passaggio sulla parete di sinistra si incontra un pozzo da 23 metri che porta nel livello intermedio. Alla base del pozzo si prosegue lungo un meandro interrotto da alcuni passaggi angusti, fino a raggiungere la zona da cui, con due salti successivi, si accede al livello sottostante (punto 6), la parte pi\u00f9 profonda della cavit\u00e0. Una via alternativa, prevalentemente verticale, connette il livello pi\u00f9 alto con quello attivo. Si pu\u00f2 imboccare poco dopo l\u2019ingresso, proseguendo lungo la galleria principale ed evitando il P23; in questo caso una serie di piccoli pozzi ed un salto finale di 26 metri conducono direttamente al livello pi\u00f9 basso della grotta.\r\nIl livello attivo, dal punto 6 del rilievo, \u00e8 percorribile sia in salita fino ad un\u2019ostruzione di massi non calcarei, sia in discesa fino a raggiungere il sifone terminale. Su tale livello \u00e8 stato recentemente esplorato dagli speleologi del CAI Sarzana un lungo ramo orizzontale che ha pi\u00f9 che raddoppiato lo sviluppo della grotta.\r\nIn pi\u00f9 parti della cavit\u00e0 si possono rinvenire ciottoli alloctoni di varie dimensioni. Si tratta di materiale proveniente dalle zone a monte della valle del fosso Crocetta, immesso nel reticolo ipogeo dalle piene. Tutta la grotta \u00e8 riccamente concrezionata soprattutto dalle colate calcitiche che ricoprono quasi interamente le pareti.\r\n\r\nIdrologia:\r\nLa struttura dei drenaggi profondi risulta ancora poco conosciuta. Sicuramente all'interno di questa grande area esistono diversi sistemi carsici indipendenti, ma i loro limiti sono tuttora incerti in quanto le conoscenze speleologiche ed idrologiche sono piuttosto scarse. Il sistema principale, al quale presumibilmente appartiene la zona di Quaratica, drena le acqua al disotto delle grandi depressioni carsiche di Caresana, Campastrino e San Benedetto verso le sorgenti sottomarine che sgorgavano in passato nel golfo della Spezia. 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Negli anni seguenti le ricerche furono portate avanti da Lazzaro Spallanzani e Paolo Spadoni che descrivono le grotte da loro visitate in diversi soggiorni spezzini alla fine del '700.\r\nDurante tutto l'800 l'esplorazione scientifica delle cavit\u00e0 prosegue con fini soprattutto paleontologici e faunistici ad opera di diversi studiosi fra cui spicca lo spezzino Giovanni Capellini, autore di numerosi scritti di carattere preistorico e paletnologico. All'inizio del '900 risalgono i primi tentativi di catalogazione catastale ad opera di Carlo Caselli (1919-1920) poi proseguiti dai lavori del Gruppo Speleologico Lunense nel primo dopoguerra.\r\nL'ultimo lavoro che raggruppa tutti i dati sulle cavit\u00e0 spezzine fino ad allora catastate \u00e8 quello di Barbagelata [Catasto delle cavit\u00e0 sotterranee naturali della provincia della Spezia; Memorie della Accademia Lunigianese di Scienze; Vol. XLVIII-L 1978-1980; 1985], che tuttavia nulla aggiunge alle conoscenze sulla circolazione idrica della zona.","authorphoto1":"Jake Red","authorITINERARIO":"Piote"}
Dati compilazione
Data importazione
10/07/2010
Utente che ha inserito i dati
admin
Utente che ha aggiornato i dati
francescosaffioti
Ultima modifica dei dati
31/01/2020
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 UTM (x,y,zone):
Bibliografia
1967 | L'attività speleologica di un nuovo gruppo ligure | DIAN G., PREDOLINI G. | Visualizza |
1985 | Catasto delle cavità sotterranee naturali della Provincia della Spezia | BARBAGELATA Matteo | Visualizza |
1987 | Tuttospeleo 1 | Mario Dotti, Aldo Petrozzi, Nanni Pizzorni, Luisa Luperini, Roberto Amadori | Visualizza |
1987 | Le nostre grotte | BIXIO Roberto, CULOTTA Nadia, DE BIASI Mario, FERRI Giuseppe, FORTI Paolo, LECCIOLI Sergio, MAIFREDI Pietro, MAINERI Dario, MAIOLINO Luciano, MASSUCCO Rinaldo, ODETTI Giuliva, PAGANO Leandro, REPETTO Francesco, ZOIA Stefano | Visualizza |
1993-1996 | Quaratica: quanta rumenta! | POZZO Massimo | Visualizza |
1994 | Degrado delle aree carsiche - una ricerca sulle province di Genova e La Spezia | BRACCO Rodolfo | Visualizza |
2006 | Lo Speleomantes Italicus nella Caverna di Quaratica | Gruppo Speleologico C.A.I. Bolzaneto | Visualizza |
Schede storiche Issel:
Schede storiche Issel - Aggiornamento Zoja:
Documentazione Delegazione Speleologica Ligure
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