LI229
CAVERNA OSSIFERA DELLA VALLETTA
Altre denominazioni
GROTTA DELLA VALLETTA
Primo censitore
CODDE' E.
Regione
LIGURIA
Provincia
SP
Comune
LERICI
Località
LA SERRA-VALLETTA
Area carsica
Dimensioni
Sviluppo reale
0
Sviluppo planimetrico
35
Estensione
0
Dislivello positivo
0
Dislivello negativo
-14
Dislivello totale
14
Posizione dell'ingresso
Latitudine
44.06641 N
Longitudine
9.94219 E
Tipo di coordinate
Geografiche WGS84
Tipo coordinate originali
WGS84 Generiche
Quota altimetrica
355
Valutazione dato
posizionamento possibile accesso
Cavità archeologica
Si
Cavità marina
No
Rischio ambientale
No
Cavità distrutta
Parzialmente
Gruppi
G.S.L. A. ISSEL
Note
Ingresso attualmente distrutto.
distrutta da avanzamento cava, RILIEVO da vecchio Catasto Spezzino
Catasto terreni: 28/322
distrutta da avanzamento cava, RILIEVO da vecchio Catasto Spezzino
Catasto terreni: 28/322
Descrizione
Fu proprio durante un lavoro nella cava di portoro di un certo Giorgi di Carrara, che nel 1924 venne alla luce una piccola caverna.
Gli operai, che dalle notizie dell’epoca, dovevano essere di Serra e di Tellaro, fecero saltare l’entrata.
La caverna consisteva in due sale. La prima larga due metri, scendeva per circa 14 metri e portava a una seconda sala lunga circa 13 metri, larga 10 e alta 9 metri che terminava in un piccolo cunicolo. All’interno furono recuperati alcuni crani fossili che vennero spaccati per recuperarne i denti, divisi tra gli operai. La notizia del ritrovamento, fortunatamente, venne segnalata a Carlo Caselli, che recatosi nel luogo recuperò e classificò,dopo una difficile ricerca tra le concrezioni calcaree e i materiali di risulta, ossa di Ursus speleus , Capreolus caprea, e Felis silvestris e, forse un dente di felis leo. Nel sito,( grotta dell’orso) si recuperarono anche alcuni manufatti litici.
Tra i reperti, un lisciatoio silicico rossastro, lungo 11 centimetri per 6,5 e spesso 2, risalente al periodo del mesolitico, e un raschiatoio di selce grigia di centimetri 4,5 per 3,4 , alto 1,5 centimetri.
Le pietre non hanno alcun corrispettivo nella parte orientale del golfo e nei monti della regione. Il Caselli ritrovò anche un piccolo nodulo di selce rosso-cupo, che si incontra presso Biassa e una scheggia di selce rosso-pallida, sconosciuta nel nostro territorio. Tranne quanto descritto, che è conservato ed esposto presso il Museo Civico di La Spezia, il resto andò disperso. Alcuni anni fa, ho avuto la fortuna di vedere e di toccare parte di un cranio con mascella e denti dell’ursus speleus in una abitazione privata, ma non mi fu consentito di fotografarlo. Alcune frecce furono ritrovate alla Rocchetta alcuni anni prima, e un’ascia, dal dott. Ottorino Carletti, presso Capo Corvo.
(tratto da articolo scritto da Gino Cabano)
Gli operai, che dalle notizie dell’epoca, dovevano essere di Serra e di Tellaro, fecero saltare l’entrata.
La caverna consisteva in due sale. La prima larga due metri, scendeva per circa 14 metri e portava a una seconda sala lunga circa 13 metri, larga 10 e alta 9 metri che terminava in un piccolo cunicolo. All’interno furono recuperati alcuni crani fossili che vennero spaccati per recuperarne i denti, divisi tra gli operai. La notizia del ritrovamento, fortunatamente, venne segnalata a Carlo Caselli, che recatosi nel luogo recuperò e classificò,dopo una difficile ricerca tra le concrezioni calcaree e i materiali di risulta, ossa di Ursus speleus , Capreolus caprea, e Felis silvestris e, forse un dente di felis leo. Nel sito,( grotta dell’orso) si recuperarono anche alcuni manufatti litici.
Tra i reperti, un lisciatoio silicico rossastro, lungo 11 centimetri per 6,5 e spesso 2, risalente al periodo del mesolitico, e un raschiatoio di selce grigia di centimetri 4,5 per 3,4 , alto 1,5 centimetri.
Le pietre non hanno alcun corrispettivo nella parte orientale del golfo e nei monti della regione. Il Caselli ritrovò anche un piccolo nodulo di selce rosso-cupo, che si incontra presso Biassa e una scheggia di selce rosso-pallida, sconosciuta nel nostro territorio. Tranne quanto descritto, che è conservato ed esposto presso il Museo Civico di La Spezia, il resto andò disperso. Alcuni anni fa, ho avuto la fortuna di vedere e di toccare parte di un cranio con mascella e denti dell’ursus speleus in una abitazione privata, ma non mi fu consentito di fotografarlo. Alcune frecce furono ritrovate alla Rocchetta alcuni anni prima, e un’ascia, dal dott. Ottorino Carletti, presso Capo Corvo.
(tratto da articolo scritto da Gino Cabano)
Itinerario
Tra i monti Bandita e Gorriana (?) a 350 metri in cava di Portoro. Distrutta da avanzamento cava.
Autori testi descrizione
Gino Cabano
Autori testi Storia
Gino Cabano
Dati pre importazione
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Dati compilazione
Data importazione
Utente che ha inserito i dati
admin
Utente che ha aggiornato i dati
alessandrovernassa
Ultima modifica dei dati
01/08/2015
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 UTM (x,y,zone):
Bibliografia
1924 | La caverna ossifera della Valletta (Golfo della Spezia) | CASELLI Carlo | Visualizza |
1924 | Una nuova caverna ossifera | Anonimo | Visualizza |
1926 | La Lunigiana geologica e preistorica | CASELLI Carlo | Visualizza |
1985 | Catasto delle cavità sotterranee naturali della Provincia della Spezia | BARBAGELATA Matteo | Visualizza |
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