LI160
GROTTA DI VALDEMINO
Altre denominazioni
GROTTE DI BORGIO VEREZZI
Primo censitore
CODDE' E. DENTELLA GIOVANNI
Regione
LIGURIA
Provincia
SV
Comune
BORGIO VEREZZI
Località
GROTTE DI VALDEMINO
Monte
PIAN DELLA VALLE
Valle
BATTOREZZA
Area carsica
Formazione geologica
SPM DOLOMIE DI SAN PETRO DEI MONTI
Litologia
Trias-Ladinico
Dimensioni
Sviluppo reale
1442
Sviluppo planimetrico
1369
Estensione
240
Dislivello positivo
6
Dislivello negativo
-31
Dislivello totale
37
Posizione dell'ingresso
Latitudine
44.16287988
Longitudine
8.30415604879.3
Tipo di coordinate
GPS Geografiche WGS84
Tipo coordinate originali
GPS UTM WGS84
Quota altimetrica
32.3
Quota GPS
32.3
Denominazione carta
CTR
Edizione carta
1990
Valutazione dato
Posizionata con GPS satellitare rtk
Cavità archeologica
Si
Cavità marina
No
Rischio ambientale
No
Grotta turistica
Si
Cavità chiusa
Si
Note accesso alla grotta
Cavità turistica in gestione, necessaria autorizzazione per l’accesso alle aree fuori percorso turistico.
Posizione verificata sul campo da curatore
Simone Baglietto
Data ultima verifica sul campo
10/04/2024 00:00:00
Idrologia
allagamenti temporanei,assorbente temporanea,laghi,laghi permanenti,laghi temporanei,sifoni,sifoni permanenti
Andamento
ORIZZONTALE
Percorribilità
MEDIA
Gruppi
G.S.L. A. ISSEL, Gruppo Speleologico Ingauno, Gruppo Speleologico Imperiese, Gruppo Speleologico Borgio Verezzi sez. Cai Finale Ligure
Speleo Club Tanaro
Gruppo Speleologico Biellese Cai
Speleo Club Tanaro
Gruppo Speleologico Biellese Cai
Cronologia catastale
1947 Coddè E. G.S.A.Issel
1967 Dentella G. GGBV
1970 Gruppo Grotte Genova
1983 Gruppo Speleologico Imperiese
1993-2006 Gruppo Speleologico Borgio Verezzi sez. Cai Finale Ligure
2023 Speleo Club Tanaro
1967 Dentella G. GGBV
1970 Gruppo Grotte Genova
1983 Gruppo Speleologico Imperiese
1993-2006 Gruppo Speleologico Borgio Verezzi sez. Cai Finale Ligure
2023 Speleo Club Tanaro
Note
CAVITA' SOTTOPOSTA A VINCOLO ARCHEOLOGICO.
Cavità turistica.
Di grande importanza sono i reperti ossei trovati in diverse parti della cavità. Databili tra i 500.000 ed i 750.000 anni fa, comprendono resti di varietà ormai estinte di animali adatti a vivere in climi caldi (rinoceronte, elefante, tigre, coccodrillo, macaco, tartaruga) e freddi (orso, mammut, cervo, stambecco, cavallo…), testimoniando l'alternanza tra periodi glaciali e non che hanno caratterizzato gli ultimi due milioni di anni di vita del nostro pianeta.
A causa della presenza di questi sedimenti Pleistocenici, la grotta è stata dichiarata nel 1962 sito di importanza speleologica e paleontologica, sotto la responsabilità della Soprintendenza Archeologica locale.
Cavità turistica.
Di grande importanza sono i reperti ossei trovati in diverse parti della cavità. Databili tra i 500.000 ed i 750.000 anni fa, comprendono resti di varietà ormai estinte di animali adatti a vivere in climi caldi (rinoceronte, elefante, tigre, coccodrillo, macaco, tartaruga) e freddi (orso, mammut, cervo, stambecco, cavallo…), testimoniando l'alternanza tra periodi glaciali e non che hanno caratterizzato gli ultimi due milioni di anni di vita del nostro pianeta.
A causa della presenza di questi sedimenti Pleistocenici, la grotta è stata dichiarata nel 1962 sito di importanza speleologica e paleontologica, sotto la responsabilità della Soprintendenza Archeologica locale.
Descrizione
La cavità è situata presso la frazione Borgio del comune omonimo (SV). Si tratta di un geosito di notevole interesse geomorfologico, comprendente una delle due grotte liguri attrezzate per la visita turistica guidata. La grotta è molto conosciuta per la sua policromia, dovuta alla presenza di svariati minerali: per questo viene pubblicizzata come la “grotta più colorata d’Italia”.
La grotta si apre a quota 30m in rocce calcareo-dolomitiche (“Dolomie di San Pietro dei Monti”, Ladinico-Anisico). Ha uno sviluppo di circa 1500m e supera un dislivello negativo di circa 30m. È caratterizzata dalla presenza di alcuni laghi sotterranei; l’alimentazione è data dalle acque del Rio Batorezza, che nei pressi del paese di Borgio, viene inghiottito nel sottosuolo. Visitando la grotta si possono osservare svariate tipologie di speleotemi: stalattiti, stalagmiti, colonne, cannule, drappi e stalattiti eccentriche.
La grotta si apre a quota 30m in rocce calcareo-dolomitiche (“Dolomie di San Pietro dei Monti”, Ladinico-Anisico). Ha uno sviluppo di circa 1500m e supera un dislivello negativo di circa 30m. È caratterizzata dalla presenza di alcuni laghi sotterranei; l’alimentazione è data dalle acque del Rio Batorezza, che nei pressi del paese di Borgio, viene inghiottito nel sottosuolo. Visitando la grotta si possono osservare svariate tipologie di speleotemi: stalattiti, stalagmiti, colonne, cannule, drappi e stalattiti eccentriche.
Itinerario
Dall’ingresso del paese seguire le evidenti segnaletiche che portano all’inizio di Via Trento Trieste dove è evidente l’accesso al vialetto che porta al cancello per accedere alla cavità.
Sequenza pozzi
S10-P5-R50
Meteorologia
soffia con il freddo,aspira con il caldo
Geologia
Nell’area occupata dal comune di Borgio Verezzi, appare subito
evidentissima la totale assenza di scorrimenti idrici superficiali, con un unico rio (il rio Battorezza). Fa eccezione il rio Bottassano posto come limite occidentale, che solo rarissime volte presenta ruscellamento superficiale in occasione di precipitazioni consistenti, tutto il vallone che da Verezzi scende sino all'abitato di Borgio, e che costituisce il bacino di alimentazione della falda sul cui livello si sono formate le grotte di Valdemino (Li 160), ad una trentina di metri sopra il livello del mare, è costituito da terreni dolomitici triassici appartenenti alla Formazione di S.Pietro ai Monti.
Si ritiene, dalla osservazione dell'ubi-cazione dei numerosi pozzi, buchi soffianti, grotte e dal racconto della gente del luogo su improvvisi "sprofondamenti del terreno" durante opere di escavazione, che il reale sviluppo delle Grotte di Valdemino sia molto maggiore di quello attualmente conosciuto (5 km. circa); alcuni problemi burocratici. sorti in seguito all'apertura al pubblico delle grotte ed il fatto stesso che le grotte si formino sul livello di falda - termine non correttissimo, in questo caso è meglio parlare di "acqua di fondo" - (con numerosissimi passaggi allagati per tutto l’anno), ha bloccato le esplorazioni pressochè al periodo della scoperta avvenuta nel 1930 e delle prime visite speleologiche (anni '60).
La morfologia dell'intera cavità è caratterizzata da grandiosi saloni formatisi per crollo delle volte in fase di abbassamento del livello di falda e conseguente diminuzione della spinta "idrostatica" o scollamento degli
strati di dolomia che hanno dato origine a imponenti fenomeni gravicla-
stici; solo raramente si vedono testimonianze di deflussi delle acque in pressione.
Poiché l'assorbimento delle acque piovane in tutto il vallone di Borgio Verezzi è molto diffuso, risulta abbastanza problematico definire esattamente i limiti del bacino idrogeologico legato alla falda della Valdemino.
Si presume che le zone di Bracciale e di Torre Bastia-Castellaro a Nord e di
S. Ambrogio e Stari a Est, costituiscano l'impluvio dell'acquifero; si tratta tuttavia di pure supposizioni dato che la pressoché totale assenza di ruscella-
Mmento incanalato in superficie anche dopo forti precipitazioni, non permette l'uso di traccianti.
evidentissima la totale assenza di scorrimenti idrici superficiali, con un unico rio (il rio Battorezza). Fa eccezione il rio Bottassano posto come limite occidentale, che solo rarissime volte presenta ruscellamento superficiale in occasione di precipitazioni consistenti, tutto il vallone che da Verezzi scende sino all'abitato di Borgio, e che costituisce il bacino di alimentazione della falda sul cui livello si sono formate le grotte di Valdemino (Li 160), ad una trentina di metri sopra il livello del mare, è costituito da terreni dolomitici triassici appartenenti alla Formazione di S.Pietro ai Monti.
Si ritiene, dalla osservazione dell'ubi-cazione dei numerosi pozzi, buchi soffianti, grotte e dal racconto della gente del luogo su improvvisi "sprofondamenti del terreno" durante opere di escavazione, che il reale sviluppo delle Grotte di Valdemino sia molto maggiore di quello attualmente conosciuto (5 km. circa); alcuni problemi burocratici. sorti in seguito all'apertura al pubblico delle grotte ed il fatto stesso che le grotte si formino sul livello di falda - termine non correttissimo, in questo caso è meglio parlare di "acqua di fondo" - (con numerosissimi passaggi allagati per tutto l’anno), ha bloccato le esplorazioni pressochè al periodo della scoperta avvenuta nel 1930 e delle prime visite speleologiche (anni '60).
La morfologia dell'intera cavità è caratterizzata da grandiosi saloni formatisi per crollo delle volte in fase di abbassamento del livello di falda e conseguente diminuzione della spinta "idrostatica" o scollamento degli
strati di dolomia che hanno dato origine a imponenti fenomeni gravicla-
stici; solo raramente si vedono testimonianze di deflussi delle acque in pressione.
Poiché l'assorbimento delle acque piovane in tutto il vallone di Borgio Verezzi è molto diffuso, risulta abbastanza problematico definire esattamente i limiti del bacino idrogeologico legato alla falda della Valdemino.
Si presume che le zone di Bracciale e di Torre Bastia-Castellaro a Nord e di
S. Ambrogio e Stari a Est, costituiscano l'impluvio dell'acquifero; si tratta tuttavia di pure supposizioni dato che la pressoché totale assenza di ruscella-
Mmento incanalato in superficie anche dopo forti precipitazioni, non permette l'uso di traccianti.
Storia
La grotta venne scoperta nel 1933, ma già da alcuni secoli se ne sospettava la presenza. In particolare erano già saltati all’occhio alcuni particolari fenomeni idrologici: il Rio Batorezza, che lambisce il paese di Borgio, per alcuni tratti scompare nel sottosuolo. Inoltre, ai piedi della collina di Borgio, si trova la sorgente carsica del Rio Roggetto. Negli anni ‘20 del XX secolo il podestà Giacomo Staricco tentò di mettere fine alle periodiche piene del Rio Batorezza allargando le fessure in cui il corso d’acqua veniva inghiottito: venne quindi scavato un pozzo profondo 10 metri con la speranza di intercettare un collettore sotterraneo.
Una decina di anni dopo, un’altra alluvione causò uno sfondamento nei pressi del pozzo. Nel 1933 tre ragazzi (Lillo, Tito e Valentino) penetrarono nella nuova fessura, scoprendo la prima sala della Grotta di Valdemino. Nel 1951 il Gruppo Speleologico Ingauno, guidato da Giovanni Dentella, portò avanti l’esplorazione sistematica della grotta, che portò infine alla realizzazione, nel 1970, del percorso turistico ipogeo.
Una decina di anni dopo, un’altra alluvione causò uno sfondamento nei pressi del pozzo. Nel 1933 tre ragazzi (Lillo, Tito e Valentino) penetrarono nella nuova fessura, scoprendo la prima sala della Grotta di Valdemino. Nel 1951 il Gruppo Speleologico Ingauno, guidato da Giovanni Dentella, portò avanti l’esplorazione sistematica della grotta, che portò infine alla realizzazione, nel 1970, del percorso turistico ipogeo.
Autori testi descrizione
Dentella G. G.Nari
Autori testi Itinerario
Chiarelli A.
Autori testi Storia
Dentella G. Staricco M.
Dati pre importazione
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Dati compilazione
Data importazione
10/07/2010
Utente che ha inserito i dati
admin
Utente che ha aggiornato i dati
simonebaglietto
Ultima modifica dei dati
01/05/2024
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 UTM (x,y,zone):
Bibliografia
1932 | I Miriapodi cavernicoli italiani | MANFREDI Paola | Visualizza |
1955 | La scoperta di una nuova grotta a Borgio | LAMBOGLIA Nino | Visualizza |
1974 | Le grotte turistiche in Italia | BADINI Giulio | Visualizza |
1980 | A proposito di uno strano fenomeno all'interno della Grotta di Valdemino (Borgio Verezzi - Liguria Occidentale) | FORTI Paolo | Visualizza |
1985 | Lepidotteri ditteri, diplopodi e... e di tutto un po (ricerche biospeleologiche) | BONZANO Claudio, REDA BONZANO Beatrice | Visualizza |
1987 | Le nostre grotte | BIXIO Roberto, CULOTTA Nadia, DE BIASI Mario, FERRI Giuseppe, FORTI Paolo, LECCIOLI Sergio, MAIFREDI Pietro, MAINERI Dario, MAIOLINO Luciano, MASSUCCO Rinaldo, ODETTI Giuliva, PAGANO Leandro, REPETTO Francesco, ZOIA Stefano | Visualizza |
1988 | La fauna della Grotta Valdemino | BONZANO Claudio | Visualizza |
1989 | Grotta di Valdemino (SV): 1600 m di sviluppo | CALANDRI Gilberto, RAMELLA Luigi | Visualizza |
1990 | Valdemino (SV): 1600 m di sviluppo | CALANDRI Gilberto, GRIPPA Carlo | Visualizza |
1992 | Speleorama 5 | Carlo Marzio, Mario De Biasi, Angelo Raveane, Edo Lo Giudice, Massimo Pozzo, Nadia Culotta,Marco Tomassini, Mauro Verme, - poesia di Italo Rossi | Visualizza |
1993-1997 | La preistoria nelle Grotte di Borgio Verezzi | Anonimo | Visualizza |
1993-1997 | Le Grotte di Borgio Verezzi | DENTELLA Giovanni | Visualizza |
1994 | Le acque del Rio Secco (Bardineto, SV) appunti idrochimici | CALANDRI Gilberto | Visualizza |
1999 | Le acque della Grotta di Valdemino (Borgio Verezzi, SV): appunti idogeochimici | CALANDRI Gilberto | Visualizza |
2004 | Le Grotte di Borgio-Verezzi e il loro interesse preistorico | AAVV | Visualizza |
2004 | Carsismo e ambiente | AAVV | Visualizza |
2004 | Visita alle Grotte di Valdemino | AAVV | Visualizza |
2005 | Le Grotte di Borgio Verezzi | MORTARI Stefano, CHIARELLI Alberto | Visualizza |
Schede storiche Issel:
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