PIANCAVALLO - ARMASSE
IM10
Provincia
LIGURIA
Provincia
IM
Descrizione
Con il gruppo Toraggio-Pietravecchia il massiccio del Piancavallo rappresentano le aree carsiche più alte della Regione: oltre alle numerose evidenze di paleo carsismo un motivo di grande interesse è la Gola delle Fascette che rappresenta l’esutore del sistema Piaggiabella-Labassa, una delle più importanti aree carsiche europee.
Superficie interessata (ha)
1309
Comuni
COSIO D'ARROSCIA
Bacino imbrifero
Tanarello, Negrone
Caratteristiche geolitologiche
Formazioni carbonatiche mesozoiche dell' U. di Ormea: calcari giurassici, calc. dolomitici triass. e affioram. scistoso-carbonatici.
Caratteristiche geomorfologiche
Carso di montagna ad evoluzione pluvio-nivale, con parziale copertura vegetale. Zona di assorbimento con campi solcati a forme aperte. Falesie e gole calcaree. Reti freatiche fossili (gole Tanarello e Fascette) ed attive di grande estensione. Forme di erosione gravitazionale nei thalwegs calcarei.
Caratteristiche idrogeologiche
Sotto l’aspetto idrocarsico sono da distinguere il massiccio del Piancavallo propriamente detto dalla Gola delle Fascette.
Il settore Piancavallo-Armasse-Tanarello è caratterizzato dalla frammentazione dei corpi idrici: l’immersione della serie carbonatica, le coperture scistoso-calcaree dei versanti meridionali hanno determinato ridotti bacini di assorbimento che alimentano piccole sorgenti, con deflussi modesti, talora stagionali. La disposizione della piega frontale (immersa a meridione) indirizza i drenaggi verso il settore del Tanarello, con falda freatica subalvea da Case d’Isola sino al Tanaro.
Sul versante settentrionale sgorga solo la sorgente sotto le Armasse, stagionale con caratteri di “troppopieno”. Diverse piccole sorgenti bicarbonato-calciche tra Case Baussun e Dova. Sotto il Piancavallo, al limite dei calcari giurassici, la Sorgente di Pian du Rei drena il sovrastante settore a karren: le acque presentano costanza dei caratteri chimico-fisici (sono semidure, con assoluta prevalenza del calcio, 97%, rapporto Mg/Ca 0,02, con scarsissimi altri componenti,come i solfati con 4,7-4.8 ppm) e deflussi perenni. Nella gola del Tanarello le Fontane Gemelle, sorgenti stagionali a deflusso semplice dai calcari del Malm, hanno limitata, costante, mineralizzazione, per il rapido scorrimento lungo i piani di frattura: sono acque dolci (durezza totale 13,2° fr).
Allo sbocco della gola delle Fascette sgorga la risorgente della Fus, la più grande sorgente carsica della Liguria: le acque provengono dal fiume sotterraneo che si origina dalla Grotta Labassa (collettore dell’area carsica del Marguareis) e dagli apporti superficiali del Rio di Upega (perdite del Garb del Butaù e della Trota): le acque si mescolano al di sotto delle Fascette, scorrendo,sino alla Fus , nelle condotte freatiche del versante imperiese. Le portate possono raggiungere i 10000 l/s. Le acque mantengono una certa costanza chimico-fisica, anche se gli apporti del Rio di Upega sono meno mineralizzati rispetto alle acque carsiche del Marguareis. Ad e. alcuni rapporti tra perdite e Fus in morbida: Calcio 48/55 parti per milione, Magnesio 1,7/3,8 ppm, Solfati 7,1/12,7 ppm. Sono presenti contaminazioni batteriologiche provenienti dal Rio di Upega.
Il settore Piancavallo-Armasse-Tanarello è caratterizzato dalla frammentazione dei corpi idrici: l’immersione della serie carbonatica, le coperture scistoso-calcaree dei versanti meridionali hanno determinato ridotti bacini di assorbimento che alimentano piccole sorgenti, con deflussi modesti, talora stagionali. La disposizione della piega frontale (immersa a meridione) indirizza i drenaggi verso il settore del Tanarello, con falda freatica subalvea da Case d’Isola sino al Tanaro.
Sul versante settentrionale sgorga solo la sorgente sotto le Armasse, stagionale con caratteri di “troppopieno”. Diverse piccole sorgenti bicarbonato-calciche tra Case Baussun e Dova. Sotto il Piancavallo, al limite dei calcari giurassici, la Sorgente di Pian du Rei drena il sovrastante settore a karren: le acque presentano costanza dei caratteri chimico-fisici (sono semidure, con assoluta prevalenza del calcio, 97%, rapporto Mg/Ca 0,02, con scarsissimi altri componenti,come i solfati con 4,7-4.8 ppm) e deflussi perenni. Nella gola del Tanarello le Fontane Gemelle, sorgenti stagionali a deflusso semplice dai calcari del Malm, hanno limitata, costante, mineralizzazione, per il rapido scorrimento lungo i piani di frattura: sono acque dolci (durezza totale 13,2° fr).
Allo sbocco della gola delle Fascette sgorga la risorgente della Fus, la più grande sorgente carsica della Liguria: le acque provengono dal fiume sotterraneo che si origina dalla Grotta Labassa (collettore dell’area carsica del Marguareis) e dagli apporti superficiali del Rio di Upega (perdite del Garb del Butaù e della Trota): le acque si mescolano al di sotto delle Fascette, scorrendo,sino alla Fus , nelle condotte freatiche del versante imperiese. Le portate possono raggiungere i 10000 l/s. Le acque mantengono una certa costanza chimico-fisica, anche se gli apporti del Rio di Upega sono meno mineralizzati rispetto alle acque carsiche del Marguareis. Ad e. alcuni rapporti tra perdite e Fus in morbida: Calcio 48/55 parti per milione, Magnesio 1,7/3,8 ppm, Solfati 7,1/12,7 ppm. Sono presenti contaminazioni batteriologiche provenienti dal Rio di Upega.
Caratteristiche speleologiche
Sollevamento ed intaglio delle gole hanno determinato un profondo cambiamento degli scorrimenti idrici superficiali (ed ipogei): il Rio di Upega che, attraverso la Colla Bassa, scorreva vero l’attuale Tanarello (e forse nell’Oligo-Miocene verso il Mar Ligure), è stato “catturato”(complici le grandi carsificazioni per gli apporti idrici dal Marguareis s.l.) lungo le Fascette dal T. Negrone.
L’evoluzione del massiccio, che è documentata dalle tipologie del carsismo, inizia già dall’Oligocene, cioè dopo la traslazione delle falde e dell’emersione: in tutta la zona Cimone-Piancavallo (Grotta P 10 ed altre) e nelle parti alte delle Fascette (es. Porta del Sole e condotti della Rocca di Piancavallo) sono frequenti resti di paleocarsismi freatici oligo-miocenici, anche con approfondimenti vadosi. La carsificazione cenozoica a pieno carico (in condizioni subalvee) è stata marcata nei calcari giurassici sia dalle Armasse al Piancavallo (Grotta del Cimone, Grotta Osvaldo, Grotta Q 3, ecc.), che alla gola del Tanarello ( condotte fossili P 1, P 2, ecc.). Soprattutto alla Gola delle Fascette sono diversi i chilometri di grotte freatiche esplorate. Sul lato ligure (lato sinistro idr.) oltre all’Arma Ciosa, di particolare importanza il Garb d’la Fus, prevalentemente a condotte freatiche, che rappresenta la parte terminale del grande collettore del Marguareis, ed il Garb di Piancavallo, condotte fossili del grande sistema idrocarsico.
Anche se predominano le morfologie ereditate (che testimoniano le alternanze climatiche con cicli di riempimenti e spiccati periodi di erosione e approfondimento), frequenti sono le cavità tettoniche, da semplici fratture a grandi cavernoni. Nei calcari nummulitici le cavità, di modeste dimensioni,presentano anche resti di piccole circolazioni a pressione.
LE GROTTE PIU’ PROFONDE LE GROTTE PIU’ LUNGHE
Garbo di Piancavallo 44 m Garbo di Piancavallo 1400 m
Garbo del Cimone 40 m Garb d’la Fus 750 m
Garb d’la Fus 34 m Arma Ciosa 300 m
Grotta della Trota 22 m Garbo del Cimone 120 m
L’evoluzione del massiccio, che è documentata dalle tipologie del carsismo, inizia già dall’Oligocene, cioè dopo la traslazione delle falde e dell’emersione: in tutta la zona Cimone-Piancavallo (Grotta P 10 ed altre) e nelle parti alte delle Fascette (es. Porta del Sole e condotti della Rocca di Piancavallo) sono frequenti resti di paleocarsismi freatici oligo-miocenici, anche con approfondimenti vadosi. La carsificazione cenozoica a pieno carico (in condizioni subalvee) è stata marcata nei calcari giurassici sia dalle Armasse al Piancavallo (Grotta del Cimone, Grotta Osvaldo, Grotta Q 3, ecc.), che alla gola del Tanarello ( condotte fossili P 1, P 2, ecc.). Soprattutto alla Gola delle Fascette sono diversi i chilometri di grotte freatiche esplorate. Sul lato ligure (lato sinistro idr.) oltre all’Arma Ciosa, di particolare importanza il Garb d’la Fus, prevalentemente a condotte freatiche, che rappresenta la parte terminale del grande collettore del Marguareis, ed il Garb di Piancavallo, condotte fossili del grande sistema idrocarsico.
Anche se predominano le morfologie ereditate (che testimoniano le alternanze climatiche con cicli di riempimenti e spiccati periodi di erosione e approfondimento), frequenti sono le cavità tettoniche, da semplici fratture a grandi cavernoni. Nei calcari nummulitici le cavità, di modeste dimensioni,presentano anche resti di piccole circolazioni a pressione.
LE GROTTE PIU’ PROFONDE LE GROTTE PIU’ LUNGHE
Garbo di Piancavallo 44 m Garbo di Piancavallo 1400 m
Garbo del Cimone 40 m Garb d’la Fus 750 m
Garb d’la Fus 34 m Arma Ciosa 300 m
Grotta della Trota 22 m Garbo del Cimone 120 m
Copertura vegetale e uso del suolo
Copertura arborea prevalente: abete bianco, pino silvestre, larice, faggio, ceduo a prevalenza di carpino nero. Ridotte praterie (pascolo bovino stagionale); attività agro-silvo-pastorali in gran parte in abbandono.
Altre caratteristiche
Interesse paesaggistico e panoramico rilevante
Reperti età del ferro (Armasse)
Reperti età del ferro (Armasse)
Bibliografia
BALBIANO C., DE LAURENTIS P., LONGHETTO A. (1974). Il Garb di Piancavallo: descrizione di una delle più estese grotte liguri. Rass, Speleol. Ital., Atti XI Congr. Naz. Speleol. Genova 1972, 2: 201-202.
BOLOGNA M., VIGNA TAGLIANTI A. (1985)- Fauna cavernicola delle Alpi Liguri. Ann. Museo Civ. St. Nat. “G. Doria”, Genova, 84 bis, 1984: 1-389.
BONZANO C. (1971) – Le nostre ricerche sul Piancavallo. P 35 e P 37. Boll. G. S. Imperiese CAI, 1 (1): 20-24.
BONZANO C. (1974)- Le grotte della Val Tanarello (Aggiornamento catastale dell’Imperiese). Boll.G. S. Imperiese CAI, 4 (4): 38-42.
BONZANO C., AMELIO M. (1977)- Sintesi della fauna cavernicola della Provincia di Imperia. Boll. G. S. Imperiese CAI, 7 (8): 15-47.
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CALANDRI G. (1996)- Le Fontane Gemelle (Cosio d’Arroscia, IM): caratteri geomorfologici ed idrochimici. Boll. G. S. Imperiese CAI, 26 (47): 19-29.
CALANDRI G. (1997)- La Gola delle Fascette ed il suo sentiero. Guida naturalistica. C.A.I. Imperia: 1-80.
CALANDRI G. (1999)- Il Monte Piancavallo (IM): caratteri geomorfologici. C.A.I. Imperia: 1-20.
CALANDRI G. (2002)- Genesi ed evoluzione della Gola delle Fascette (Alpi Liguri). Atti Conv. Int. “Alle origini del Tanaro”, Suppl. Boll. GSI CAI n. 54: 3-7.
CALANDRI G. (2002)- Le acque delle Fascette: aspetti idrogeologici e chimico-fisici. Atti Conv. Int. “Alle origini del Tanaro”, Suppl. Boll. GSI CAI n. 54:8-14.
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CALANDRI G. (2009)- Aggiornamento al Catasto Speleologico Ligure. Cavità dell’Imperiese dal n.1501 al n. 1600 Li/IM. Regione Liguria, Del. Speleol. Ligure: 1-52.
CALANDRI G, (2011)- Grotte e carsismo del settore Rocca Rossa-Monte dei Cancelli-Bric Cornia (Cosio d’Arroscia, Prov. Imperia). G. S. Imperiese CAI, Regione Liguria: 1-66.
CALANDRI G. (2012)- Le acque carsiche del Piancavallo (Cosio d’Arroscia, Prov. Imperia). G. S. Imperiese CAI, Regione Liguria: 1-44.
CALANDRI G., MENARDI A. (1982)- Geomorfologia carsica dell’ alta val Tanaro (Alpi Liguri). Guida esc., Conv. Int. Carso Alta Montagna, Imperia: 1-30.
CALANDRI G., RAMELLA L. (1989)- Il Garb d’la Fus in alta Val Tanaro (Cosio D’Arroscia, Prov. Imperia). Boll. G. S. Imperiese CAI, 19 (32): 21-33.
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DE LAURENTIS P. (1972)- Il Garb di Piancavallo. Grotte, Boll. GSP CAI-UGET, 15 (47): 7-11.
DEMATTEIS G. (1966)- Il sistema carsico sotterraneo Piaggiabella-Fascette (Alpi Liguri). Rass. Speleol. Ital., Como, 18 (3-4): 87-121.
VANOSSI M. (1972)- Rilevamento geologico ed analisi strutturale della dorsale del M. Mongioie e del M, Cimone. Atti Ist. Geol. Univ. Pavia, 23: 38-73.
BOLOGNA M., VIGNA TAGLIANTI A. (1985)- Fauna cavernicola delle Alpi Liguri. Ann. Museo Civ. St. Nat. “G. Doria”, Genova, 84 bis, 1984: 1-389.
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Inquadramento geografico
Il massiccio del Piancavallo (m 1907) presenta una grande unitarietà geografico-morfologica. E’ compreso tra i corsi d’acqua del Tanarello, a SE, e del Negrone, a nord, che, al margine orientale dell’area compreso, si uniscono ( a quota 901 m, loc. Le Mescie) dando forma al fiume Tanaro. L’asse maggiore del massiccio, grossolanamente da est ad ovest, è lungo ca. 6 km comprendendo le cime Armasse m 1814, Cimone m 1832, Piancavallo e Cantalupo m 1893 (asse minore N-S lungo ca. 3 km).
La disposizione longitudinale della catena favorisce temporali estivi favoriti dalle condensazioni stagionali. Le precipitazioni medie annue, di tipo pluvio-nivali sono intorno ai 1500 mm. La differenziazione climatica è molto accentuata tra i due versanti: quello esposto a meridione (a regolare, acclive pendenza) presenta marcata insolazione per buona parte dell’anno (a parte l’incassato fondovalle del Tanarello) che ha permesso insediamenti stagionali con coltivazioni, sfalcio e pascoli.
I versanti a settentrione presentano un clima assai severo per quote ed esposizione (piccoli nevai permangono talora sino a fine giugno), eliofania assai ridotta per molti mesi all’anno (ancor più nei fondovalli).Queste condizioni sono accentuate dall’estrema acclività dei versanti, con falesie anche di centinaia di metri, ripidissime conoidi detritiche: fattori che hanno reso impossibile o estremamente limitata l’antropizzazione di questi versanti (taglio dei boschi e difficile, ridotto pascolo ovino-caprino).
La vegetazione è profondamente differenziata dai caratteri microclimatici e geomorfologici. Gli acclivi versanti esposti a settentrione presentano in alto, verso i crinali, boschi di larici, con rodoreti-vaccinieti, sotto si alterna la faggeta (oltre a sorbi, ecc.) con, a seconda dell’ esposizione e dei substrati, abete bianco e pino silvestre; verso il fondovalle prevalgono le caducifoglie: acero, maggiociondolo, ontano, ecc.
I larghi pendii a meridione verso i crinali vedono l’espansione dei larici ed una flora rupicola xerofila specializzata con endemismi. Si alternano abete bianco e pino silvestre. I prativi un tempo molto estesi in tutto il Piancavallo sono in forte, rapida, contrazione con l’avanzare delle latifoglie e dei suffrutici, come il pero corvino ( a zone infestanti: es. rosa canina, pruno spinoso, ecc.). Sino al fondovalle prevale il bosco misto con significativa presenza di faggi, aceri, noccioli, ontani, carpini, ecc. e con residui delle vegetazioni antropiche.
La disposizione longitudinale della catena favorisce temporali estivi favoriti dalle condensazioni stagionali. Le precipitazioni medie annue, di tipo pluvio-nivali sono intorno ai 1500 mm. La differenziazione climatica è molto accentuata tra i due versanti: quello esposto a meridione (a regolare, acclive pendenza) presenta marcata insolazione per buona parte dell’anno (a parte l’incassato fondovalle del Tanarello) che ha permesso insediamenti stagionali con coltivazioni, sfalcio e pascoli.
I versanti a settentrione presentano un clima assai severo per quote ed esposizione (piccoli nevai permangono talora sino a fine giugno), eliofania assai ridotta per molti mesi all’anno (ancor più nei fondovalli).Queste condizioni sono accentuate dall’estrema acclività dei versanti, con falesie anche di centinaia di metri, ripidissime conoidi detritiche: fattori che hanno reso impossibile o estremamente limitata l’antropizzazione di questi versanti (taglio dei boschi e difficile, ridotto pascolo ovino-caprino).
La vegetazione è profondamente differenziata dai caratteri microclimatici e geomorfologici. Gli acclivi versanti esposti a settentrione presentano in alto, verso i crinali, boschi di larici, con rodoreti-vaccinieti, sotto si alterna la faggeta (oltre a sorbi, ecc.) con, a seconda dell’ esposizione e dei substrati, abete bianco e pino silvestre; verso il fondovalle prevalgono le caducifoglie: acero, maggiociondolo, ontano, ecc.
I larghi pendii a meridione verso i crinali vedono l’espansione dei larici ed una flora rupicola xerofila specializzata con endemismi. Si alternano abete bianco e pino silvestre. I prativi un tempo molto estesi in tutto il Piancavallo sono in forte, rapida, contrazione con l’avanzare delle latifoglie e dei suffrutici, come il pero corvino ( a zone infestanti: es. rosa canina, pruno spinoso, ecc.). Sino al fondovalle prevale il bosco misto con significativa presenza di faggi, aceri, noccioli, ontani, carpini, ecc. e con residui delle vegetazioni antropiche.
Inquadramento geologico
Tutta l’area del Piancavallo fa parte dell’Elemento Upega-Nava, settore meridionale dell’Unità tettonica di Ormea (del Dominio paleogeografico del Brianzonese Ligure), la più profonda ed esterna delle falde brianzonesi oggi affioranti (a sud il Brianzonese del Piancavallo viene a contatto con le falde alloctone dei flysch).
La serie sedimentaria mesocenozoica dell’Unità di Ormea è stata deformata (inarcamento regionale e compressione tangenziale cenozoici) in una grande piega frontale (su asse N 110°) rovesciata a sud. Questo ha determinato la tipica asimmetria del massiccio, con i versanti settentrionali a reggipoggio e quelli meridionali a marcata pendenza seguendo l’immersione della piega (tagliata da faglie parallele alla direzione dell’antiforme).
L’area del Piancavallo è da nord a sud una sezione geologica della serie sedimentaria. Sul fondovalle oltre le Fascette il thalweg del Negrone è scavato nelle compatte bancate di quarziti ed anageniti (Quarziti di Ponte di Nava e Verrucano brianzonese-Scitico-Permico sup.) e, sotto Viozene, nei Porfiroidi del Melogno (Permico), basamento impermeabile. Segue quasi sino al crinale (Fascette a parte) la serie dei calcari dolomitici e delle dolomie dell’Anisico-Ladinico (Dolomie di S. Pietro dei Monti), in parte mascherate dalle coperture detritiche. I crinali tra Armasse e Piancavallo sono nei calcari ceroidi chiari del Malm (Calcari di Val Tanarello) estendendosi ai primi versanti meridionali. Sono sottesi dai calcari e calcari marnosi scuri del Dogger (Formazione dei Calcari del Rio di Nava), particolarmente estesi alle Fascette per la giacitura suborizzontale. I pendii sino al Tanarello sono costituiti dalla complessa Formazione di Caprauna (Cretacico sup.-Eocene) con scisti calcarei, marne calcaree e ampi affioramenti di calcari nummulitici (Calcari della Madonna dei Cancelli, sensu Vanossi) con piccole falesie nelle biomicriti carsificate.
La serie sedimentaria mesocenozoica dell’Unità di Ormea è stata deformata (inarcamento regionale e compressione tangenziale cenozoici) in una grande piega frontale (su asse N 110°) rovesciata a sud. Questo ha determinato la tipica asimmetria del massiccio, con i versanti settentrionali a reggipoggio e quelli meridionali a marcata pendenza seguendo l’immersione della piega (tagliata da faglie parallele alla direzione dell’antiforme).
L’area del Piancavallo è da nord a sud una sezione geologica della serie sedimentaria. Sul fondovalle oltre le Fascette il thalweg del Negrone è scavato nelle compatte bancate di quarziti ed anageniti (Quarziti di Ponte di Nava e Verrucano brianzonese-Scitico-Permico sup.) e, sotto Viozene, nei Porfiroidi del Melogno (Permico), basamento impermeabile. Segue quasi sino al crinale (Fascette a parte) la serie dei calcari dolomitici e delle dolomie dell’Anisico-Ladinico (Dolomie di S. Pietro dei Monti), in parte mascherate dalle coperture detritiche. I crinali tra Armasse e Piancavallo sono nei calcari ceroidi chiari del Malm (Calcari di Val Tanarello) estendendosi ai primi versanti meridionali. Sono sottesi dai calcari e calcari marnosi scuri del Dogger (Formazione dei Calcari del Rio di Nava), particolarmente estesi alle Fascette per la giacitura suborizzontale. I pendii sino al Tanarello sono costituiti dalla complessa Formazione di Caprauna (Cretacico sup.-Eocene) con scisti calcarei, marne calcaree e ampi affioramenti di calcari nummulitici (Calcari della Madonna dei Cancelli, sensu Vanossi) con piccole falesie nelle biomicriti carsificate.
Grotte conosciute in quest'area: 45
LI351 GARBO DELLA FOCE wgs84: 44.1329867N 7.7433193E Q.1190
LI350 ARMA DELLA CHIOCCIA wgs84: 44.1305712N 7.7406206E Q.1230
LI252 TANA CORNAREA wgs84: 44.11901N 7.8101901E Q.1038
LI871 TANA P.18 wgs84: 44.1133943N 7.8040406E Q.958
LI870 RIPARO DEL PONTE DELL'ISOLA wgs84: 44.1108492N 7.799156E Q.978
LI869 TANETTA P.16 wgs84: 44.1137583N 7.8044081E Q.952
LI1121 GROTTA OSVALDO wgs84: 44.1254394N 7.7948499E Q.1320
LI1122 GROTTA Q 3 wgs84: 44.1261595N 7.7948352E Q.1220
LI1123 TANA Q 4 wgs84: 44.1259557N 7.7925895E Q.1300
LI1124 GROTTA - RISORGENZA DI PIANCAVALLO wgs84: 44.1238147N 7.7691359E Q.1610
LI1125 GROTTA DELLA TROTA wgs84: 44.1296178N 7.7398909E Q.1230
LI1119 TANA PRESSO LA P 30 wgs84: 44.1204556N 7.8089488E Q.1000
LI1120 GROTTA IN PARETE A NORD DELLE ARMASSE wgs84: 44.1233125N 7.8066416E Q.1250
LI885 FESSURA P. 38 wgs84: 44.12131N 7.8045573E Q.
LI886 FESSURA P. 39 wgs84: 44.12131N 7.8045573E Q.
LI877 RIPARO P. 30 wgs84: 44.1202293N 7.7959556E Q.
LI878 FESSURA P.31 wgs84: 44.1204053N 7.7955771E Q.
LI879 TANETTA P. 32 wgs84: 44.1209761N 7.8070636E Q.
LI880 FESSURA P.33 wgs84: 44.1217725N 7.8057353E Q.
LI881 GROTTA P.34 wgs84: 44.1214065N 7.8051803E Q.
LI882 TANA P.35 wgs84: 44.120783N 7.8058177E Q.
LI883 TANA P. 36 wgs84: 44.1219855N 7.8002943E Q.
LI884 GROTTA P. 37 wgs84: 44.12122N 7.8045591E Q.
LI873 ARMA DEI BRAVI wgs84: 44.1123838N 7.7947404E Q.
LI874 TANETTA P. 22 wgs84: 44.1123798N 7.7943656E Q.
LI875 TANA P.23 wgs84: 44.1133528N 7.7927213E Q.
LI876 RIPARO BUONUOMO wgs84: 44.1122687N 7.7923685E Q.
LI868 FESSURA P.14 wgs84: 44.1223351N 7.7992874E Q.
LI872 BUCO P.20 wgs84: 44.1125888N 7.7971105E Q.
LI862 TANA P. 7 wgs84: 44.126465N 7.781205E Q.
LI863 TANETTA P.8 wgs84: 44.1145228N 7.7841998E Q.
LI864 TANETTA P.9 wgs84: 44.1111115N 7.792767E Q.
LI865 GROTTA P.10 wgs84: 44.126645N 7.7812013E Q.
LI866 FESSURA P.11 wgs84: 44.1221564N 7.799416E Q.
LI867 FESSURA P.12 wgs84: 44.1221564N 7.799416E Q.
LI856 GARBU DI LADRI wgs84: 44.1206056N 7.8060713E Q.
LI857 U FURNETTU wgs84: 44.1206519N 7.8061953E Q.
LI858 RIPARO P.3 wgs84: 44.1205612N 7.8061346E Q.
LI859 CAVERNA P.4 wgs84: 44.1213544N 7.8088057E Q.
LI860 RIPARO P.5 wgs84: 44.1216205N 7.8084255E Q.
LI861 POZZETTO P.6 wgs84: 44.1277523N 7.7753038E Q.
LI851 GARBO DI PIANCAVALLO wgs84: 44.1341775N 7.7451692E Q.
LI788 GROTTA SOTTO LA ROCCA PIZZO wgs84: 44.1136122N 7.8618211E Q.
LI789 GROTTICELLA PRESSO LA 351 LI wgs84: 44.1330781N 7.7434424E Q.
LI352 GARBO DEL CIMONE wgs84: 44.1257915N 7.7940928E Q.1265
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