LI1730

BURANCO SPALLACCIA

Primo censitore
CHIESA ROBERTO
Regione
LIGURIA
Provincia
SV
Comune
TOIRANO
Località
ALZABECCHI
Monte
PUNTA ALZABECCHI
Area carsica
Formazione geologica
TAR CALCARI DI VAL TANARELLO
Dimensioni
Sviluppo reale
185
Sviluppo planimetrico
127
Estensione
58
Dislivello positivo
7
Dislivello negativo
54.5
Dislivello totale
61.5
Posizione dell'ingresso
Latitudine
4889460
Longitudine
433535
Tipo di coordinate
UTM ED50 32
Tipo coordinate originali
GPS UTM WGS84
Quota altimetrica
622
Quota GPS
1999
Valutazione dato
precisione GPS entro più/meno 5m (pareti vicine) ma validato su carta
Cavità archeologica
No
Cavità marina
No
Rischio ambientale
No
Idrologia
allagamenti temporanei,lievi scorrimenti
Andamento
VERTICALE
Percorribilità
TECNICA, ALL'80% SU CORDA
Gruppi
Gruppo Speleologico Cycnus (Toirano -SV)
Note
SV spaziale 220m, SV planimetrico 150m considerando i vari diverticoli esplorati ma non rilevati.
Descrizione
La grotta ha andamento prevalentemente verticale con brevi tratti freatici e approfondimenti vadosi.
A vari livelli presenta riempimenti terrosi, sabbiosi e limosi, vi sono molte concrezioni e grandi colate, anche parzialmente ri-erose.
Probabilmente fungeva da inghiottitoio del Rio della Valle quando il paleo alveo si trovava a questa altezza.
L’ingresso pseudo rettangolare (2m per 1.5m di larghezza) immette nel meandro leggermente discendente, caratterizzato da crostoni concrezionali orizzontali, che si allarga nella saletta-Camino dal fondo ghiaioso (3m di diametro) che assorbe l’acqua di ruscellamento (quando piove), a metà altezza presenta una stretta spaccatura, parzialmente disostruita ma non transitabile che sprofonda nel P30 (Pozzo Argento), al soffitto (9m) presenta due piccole finestre che immettono rispettivamente nell’a-monte e nell’a-valle del Ramo Fossile; un meandro di comode dimensioni parzialmente riempito da depositi terrosi ricoperti da croste carbonatiche e concrezioni che a monte si allarga e si innalza chiudendo su colata e a valle si approfondisce (3m per 1.5m di larghezza) giungendo al P26 Pozzo Tinto (imbocco 5x1.5m diviso da un ponticello naturale), che nei primi 10m di calata presenta tratti di parete e uno scivolo instabili, per entrare poi nei calcari compatti; nella parete DX presenta un bell’esempio di boudinages.
La base del P26 (circa 6x6m) presenta depositi terrosi in parte asportati e croste di livelli carbonatici all’altezza di 2m oltre i quali una finestra intercetta il Pozzo Argento (P30) a 10m dal fondo; la discesa avviene all’interno del solco di erosione largo circa 2m che taglia in due la grande colata fusoidale di 4m di raggio; a breve distanza c’è una seconda colata poco più grande e integra. La base del P30 (circa 12m x 10m) è articolata e divisa in due parti da un “castello” di terra-sabbiosa lavorata dagli stillicidi; la parte piana è ricoperta da crostone carbonatico cosparso di ciottoli di vario genere (calcare, dolomia, scisti…) e presenta una depressione con angusto passaggio verticale che porta al P7 Pozzetto Brass (base di 4m di diametro) cui segue un tratto inforrato superabile in libera su miriade di concrezioni a cavoletto che più in basso sono ricoperti da sottili depositi limosi tipici delle zone allagate.
Dopo un piccolo slargo si accede al Pozzetto Renato (P7), sviluppatosi nella dolomia compatta, è scampanato e con pavimento pianeggiante pseudo-triangolare (8m x 6m) che presenta dune terrose coperte di limo addossate alle pareti. Un piccolo passaggio a pavimento, parzialmente disostruito, immette nel disagevole diverticolo orizzontale che dopo 4m piega a destra bloccando ogni speranza esplorativa, contrapposto vi è lo strettissimo imbocco verticale del diverticolo ascendente, molto concrezionato ma completamente ricoperto da limo bagnato.

Durante una visita successiva ad un prolungato periodo di piogge abbiamo riscontrato oltre 1m di acqua stagnante.

Tornando alla base del Pozzo Argento, aggirato il “castello” terroso-sabbioso si imbocca il passaggio alto e stretto che immette nella breve forra discendente che culmina nella saletta di Ci-Belino, riccamente concrezionata, in cui spiccano la colonna stalatto-stalagmitica alta 8m e la pozza d’acqua bordata da concrezioni mammellonarie.

Aggirando invece la grande colata fusoidale di destra si accede al breve ramo discendente che va via, via stringendo inesorabilmente; un piccolo passaggio sulla destra permette di accedere al cunicoletto di 40cm di diametro che finisce nella diaclasi verticale orientata WE (larga 30-50cm, alta 5-6m), probabilmente impostata su faglia in quanto una parete sarebbe riconducibile ad un specchio di faglia; verso E si affaccia alta su Ci-Belino, verso W stringe progressivamente, da qui perviene l’unica aria percepita nella grotta.
Itinerario
La grotta si apre nel Comune di Toirano, tra le verticali pareti del Rio della Valle, poco sotto Punta Alzabecchi: seguire la strada provinciale n° 60 sino alla “sella Alzabecchi” (700m s.l.m.), qui dipartono tre sterrati, seguire quello a E che in falsopiano tra betulle porta al grande prato riducendosi a sentiero, salire fino all’unico traliccio dell’alta tensione quindi proseguire ancora verso E raggiungendo il crinale (780m s.l.m.). Imboccare il valloncello che ripidamente perde 100m di quota portando sul ciglio delle pareti (prestare attenzione), piegare a sinistra e scendere la pietraia boscata fino a guadagnare la base delle pareti, seguirle verso Est e proseguire in piano traversando l’evidente solco vallivo. Imboccare la stretta e scoscesa cengia alberata tra due pareti verticali che conduce ad un terrazzo detritico pianeggiante sormontato da imponente diedro fessurato in cui si apre uno pseudo ingresso triangolare. Scendere alcuni metri, scavalcare la crestina e traversare il ripido solco vallivo sul cui fianco destro occhieggia l’ingresso della grotta.
Sequenza pozzi
R8, P26, P10, P7, P7
vedi scheda d'armo
Fauna
non osservata
Storia
xx-01-2007 trovato nuovo ingresso – Sergio Spallaccia.
03-02-2007 primo sopralluogo e visita parziale - Roberto Chiesa, Sergio Spallaccia, Gino Spallaccia, Enrico Chiesa.
agosto-ottobre-2007 esplorata, rilevata, fotografata, posizionata, disostruita - Roberto Chiesa, Agostino Chiesa, Simone Peretti, Yuri Argerio.
09-03-2008 accompagnato scopritore al fondo della grotta - Roberto Chiesa, Agostino Chiesa, Simone Peretti, Yuri Argerio, Vittorio Lazzarini, Sergio Spallaccia, Pier Paolo Fiallo.
Note relative a questa versione della scheda
02-07-2012 - Chiesa Roberto - inserita a catasto

Immagine ingresso
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Scendere alcuni metri, scavalcare la crestina e traversare il ripido solco vallivo sul cui fianco destro occhieggia l\u2019ingresso della grotta.","DESCRIZIONE":"La grotta ha andamento prevalentemente verticale con brevi tratti freatici e approfondimenti vadosi.\r\nA vari livelli presenta riempimenti terrosi, sabbiosi e limosi, vi sono molte concrezioni e grandi colate, anche parzialmente ri-erose.\r\nProbabilmente fungeva da inghiottitoio del Rio della Valle quando il paleo alveo si trovava a questa altezza.\r\nL\u2019ingresso pseudo rettangolare (2m per 1.5m di larghezza) immette nel meandro leggermente discendente, caratterizzato da crostoni concrezionali orizzontali, che si allarga nella saletta-Camino dal fondo ghiaioso (3m di diametro) che assorbe l\u2019acqua di ruscellamento (quando piove), a met\u00e0 altezza presenta una stretta spaccatura, parzialmente disostruita ma non transitabile che sprofonda nel P30 (Pozzo Argento), al soffitto (9m) presenta due piccole finestre che immettono rispettivamente nell\u2019a-monte e nell\u2019a-valle del Ramo Fossile; un meandro di comode dimensioni parzialmente riempito da depositi terrosi ricoperti da croste carbonatiche e concrezioni che a monte si allarga e si innalza chiudendo su colata e a valle si approfondisce (3m per 1.5m di larghezza) giungendo al P26 Pozzo Tinto (imbocco 5x1.5m diviso da un ponticello naturale), che nei primi 10m di calata presenta tratti di parete e uno scivolo instabili, per entrare poi nei calcari compatti; nella parete DX presenta un bell\u2019esempio di boudinages.\r\nLa base del P26 (circa 6x6m) presenta depositi terrosi in parte asportati e croste di livelli carbonatici all\u2019altezza di 2m oltre i quali una finestra intercetta il Pozzo Argento (P30) a 10m dal fondo; la discesa avviene all\u2019interno del solco di erosione largo circa 2m che taglia in due la grande colata fusoidale di 4m di raggio; a breve distanza c\u2019\u00e8 una seconda colata poco pi\u00f9 grande e integra. 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Dati compilazione
Data importazione
Utente che ha inserito i dati
admin
Utente che ha aggiornato i dati
robertochiesa
Ultima modifica dei dati
18/05/2013

Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 (Lon,Lat):
Coordinate WGS84 UTM (x,y,zone):

Bibliografia

2007 Buranco Spallaccia, nuova ed interessante cavità toiranese (SV)Chiesa RobertoVisualizza

Genera scheda catastale

Foto della cavità

Numero grotta
LI1730 BURANCO SPALLACCIA

Buranco Spallaccia (freatico)


Autore foto
Roberto Chiesa
Descrizione
ramo fossile a-monte

Numero grotta
LI1730 BURANCO SPALLACCIA

Buranco Spallaccia (P30)


Autore foto
Vittorio Lazzarini
Descrizione
base del Pozzo Argento

Numero grotta
LI1730 BURANCO SPALLACCIA

Buranco Spallaccia (P30)


Autore foto
Roberto Chiesa
Descrizione
discesa nel solco di erosione della colata carbonatica

Numero grotta
LI1730 BURANCO SPALLACCIA

Buranco Spallaccia (Ci-Belino)


Autore foto
Vittorio Lazzarini
Descrizione
concrezionamento di Ci-Belino

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