ALTA VAL GRAVEGLIA

GE36

Regione
LIGURIA
Description
Alcune delle sorgenti dell’alta Val Graveglia furono oggetto di studi e ricerche già alla fine del XIX secolo; negli anni ’70 si è intrapresa un’intensa attività esplorativa che ha portato alla scoperta di numerose piccole cavità, prevalentemente a sviluppo orizzontale; ultimamente si è manifestato un rinnovato interesse nei confronti dell’area carsica e per alcune sorgenti in essa presenti, già sfruttate o potenzialmente sfruttabili per approvvigionamenti idrici locali
Surface
835
Cities
NE', Maissana
Mountain Community
torrente Graveglia, rio Novelli, rio Orti, torrente Reppia, torrente Vara
Active quarries
Miniera della Scrava, cave di pietra (loc. Cesena, Costa Castellaro)
inactive quarries
diverse cave di pietra
Inactive Landfills
alla Miniera della Scrava (inerti) e al Rio Fronti (inerti)
Lithological
Calcari a Calpionella ligure; Argille a Palombini, con intercalazioni di calcari marnosi e silicei (Calcari ad incudine), depositi palustri argillosi neri, detrito di falda.
Geomorphology
Depressione carsica del Prato di Oneto (con inghiottitoio) con soglia di valle pensile a sostegno. Versanti con affioramenti rocciosi e fortemente dirupati, particolarmente esposti alla vista, con forme a terrazzo e strutture tettoniche evidenti.
Hydrogeological
L’area carsica non è costituita da un unico e omogeneo complesso carbonatico, ma da più “scaglie calcaree” separate fra loro da litologie impermeabili di natura differente, appartenenti alle sopramenzionate Unità del Bracco-Val Graveglia e del M. Gottero. Questa caratteristica di spezzettamento in isole indipendenti dei litotipi carbonatici si riscontra anche nella confinante area carsica del M. Verruga. La maggior parte delle cavità risentono nel loro sviluppo dell’intensa attività tettonica che ha profondamente influenzato la morfologia superficiale dell’area; frequenti infatti sono le grotte con andamento delle gallerie impostato lungo diaclasi allineate secondo le prevalenti dislocazioni regionali. Altro fenomeno di notevole influenza sullo sviluppo ipogeo locale è rappresentato dal contrasto di permeabilità fra i calcari e le formazioni in continuità stratigrafica, quali i Diaspri e le Argilliti a Palombini. Non sono presenti cavità particolarmente estese e nemmeno gallerie con ampiezza superiore al paio di metri. Molte di esse costituiscono il residuo di un reticolo ipogeo ormai fossile e sospeso a mezza costa lungo versanti profondamente incisi dall’erosione fluviale.
Attualmente sono note solo alcune direttrici ipogee che vanno ad alimentare risorgenze captate da acquedotti privati o pubblici (acquedotto comunale di Ne).
Già dalla fine del XIX secolo si era ipotizzato un collegamento fra le acque del rio Novelli, disperdentisi in un inghiottitoio a bordo alveo, e riemergenti poco più a valle presso la sorgente di Molinello, fenomeno confermato negli anni ’70 mediante ripetute colorazioni delle acque da Maifredi e Pastorino del G.S.L. Issel (MAIFREDI & PASTORINO, 1970).
Recentemente, mediante tracciamento con colorante (ASG San Giorgio, 2008), è stata trovata una via di alimentazione alla sorgente di Tana della Madonna (Li 931), costituita dal piccolo impluvio che scorre in sponda sinistra dell’alto T. Reppia; ai piedi di un doppio salto verticale, le acque vengono assorbite da un inghiottitoio nella roccia calcarea, coperto da un potente accumulo detritico di blocchi e terra, posto alcune decine di metri a monte della grotta.
A tutt’oggi non è stato ancora svelato il percorso che le acque inghiottite dalla dolina presente ai Prati d’Oneto intraprendono per riemergere in superficie: esistono varie ipotesi non ancora confermate in maniera chiara, fra queste non si esclude un probabile deflusso ipogeo in direzione della confinante val di Vara ospitante il complesso carsico SP 39 di M. Verruga.
Recenti studi condotti sul chimismo delle acque (FACCINI & PERASSO, 2008), confermando sostanzialmente quanto già indicato negli anni ’70 (MAIFREDI & PASTORINO, 1970; 1974), permettono di classificare le acque di alcune sorgenti come bicarbonato-alcalino-terrose, oligominerali e dolci, tipiche pertanto di una circolazione ipogea in ambiente carbonatico, ma anche con passaggi in ammassi rocciosi di natura intrusiva, fenomeno giustificabile con la presenza di una circolazione delle acque in litotipi di natura effusiva di fondale marino (ofioliti).

ELENCO DELLE PRINCIPALI SORGENTI
Nome Utilizzo della Captazione
Böregu SI (Comune di Ne)
Cà Freghé SI (Privati)
Molinello SI (Comune di Ne)
Tana della Madonna SI (Privati)

Caving characteristics
La documentazione riguardo le esplorazioni in Val Graveglia parte dal 1955 quando Sanfilippo inserisce nel Catasto Ligure la Tana da Ciocca (Li 133), visitata e relazionata anche da Coddè nel 1956. Negli anni ‘60 viene messa a Catasto anche la Tana di Cà Freghè (Li 254) importante grotta risorgente nota da sempre ai locali. A partire dal 1970 si interessa alla zona il G.S.L. Issel che annovera tra i soci Y. Palazzolo; questi, insieme ad altri forma la sezione Chiavarese del Gruppo e si dedica per molti anni alla sistematica ricerca delle grotte in Val Graveglia. In pratica quasi tutte le cavità attualmente a Catasto sono state esplorate da questo gruppo. Dopo un periodo di stasi (salvo sporadiche visite) a partire dagli anni ‘90 altri gruppi speleologici cominciano a frequentare la valle, cogliendo spesso risultati interessanti. Nel 1995 il G.S. Martel “riscopre” la Diaclasi del Chiappozzo 1 (Li 919) , ne aumenta lo sviluppo ed inizia ad effettuare nuove battute. Nel 1999 il G.S. CAI Bolzaneto affronta e supera con tecniche speleosubacque il sifone di monte nella grotta di Cà Freghè (ed un altro successivo), raddoppiando lo sviluppo della cavità. Nello stesso anno si dedica all’attività esplorativa in Val Graveglia anche l’A.S.G. San Giorgio, che prima trova ed esplora Tana di Rocca Granello (Li 1260) e Tana della Faina (Li 1261), poi effettua una discesa “su corda” alla Tana da Ciocca (scoprendola invasa da rifiuti e cavi metallici) e quindi inizia un accurato e sistematico lavoro di riposizionamento con strumentazione GPS di tutti gli ingressi già noti. Nel 2008, durante una visita alla Grotta Sorgente della Madonna (Li 929), il gruppo San Giorgio trova ed esplora, nelle vicinanze della sopracitata cavità, una nuova grotta, battezzata Equipe 64 (Li 1801).
Nell’area carsica sono attualmente conosciute 33 grotte per uno sviluppo totale di circa 1235 m.
La totalità di esse si trova nel Comune di Ne, in quanto a Maissana appartiene solo il versante nord-orientale del crinale Chiappozzo-Coppello, attualmente privo di cavità note e cartografate.
Nelle tabelle seguenti sono riportate le maggiori grotte dell’area per profondità e sviluppo:

LE GROTTE PIU’ PROFONDE
Nome Dislivello (m)
Tana di Cà Freghé - 33
Tana da Ciocca - 32
Diaclasi del Chiappozzo 1 - 16
Tana di Rocca Granello - 12
Diaclasi 3 di M. Coppello - 10

LE GROTTE PIU’ LUNGHE
Nome Sviluppo (m)
Tana di Cà Freghé 458
Diaclasi del Chiappozzo 1 94
Grotta Equipe 64 90
Grotta Bossea PMD 1 85
Grotta Zeta 68
Tana di Rocca Granello 50
Rocca Roncallo 35
Tana da Ciocca 35
Vegetation cover and land use
Praterie a pascolo; castagneti da frutto e selvatici; ceduo di querce , carpino nero orniello: Attività agricole e silvicole in abbandono: Attività estrattive.
Emergenze di tipo geominerario (miniere abbandonate): Bossea, Casoni del Chiappozzo, Cassagna-M. Bianco, Gambatesa, Molinello, M. Bianco, Scrava.
Museo minerario di Gambatesa: visita guidata ad alcune gallerie appartenenti all’antica miniera di manganese.
Emergenze di tipo geologico-geomorfologico: affioramento di Diaspri e Basalti a Ponte Lagoscuro; depressione carsico-tettonica di Prati d’Oneto; antica cava abbandonata in Oficalciti a Iscioli; forre profondamente incise nella roccia a Lagoscuro, Nascio e lungo l’alto T. Reppia.
Other features
Area percorsa da incendi. Fauna cavernicola anche endemica.
Notes
Alla luce degli aggiornamenti cartografici e delle nuove acquisizioni geologiche e geomorfologiche realizzate sul territorio a seguito della pianificazione territoriale in Liguria, si rende necessaria una nuova perimetrazione dell’area carsica, ritenuta insoddisfacente e non congrua alla realtà esistente già in occasione della mappatura delle aree carsiche realizzata per la L.R. 14/90.
Necessaria una validazione completa secondo gli standard odierni dei posizionamenti delle grotte fino ad oggi note.
Necessaria anche una verifica dei rilievi delle grotte ad oggi conosciute.
Necessarie colorazioni in alcuni corsi d’acqua ipogei allo scopo di individuare le direzioni di circolazione e le aree di ricarica come nel caso delle acque circolanti all’interno di Cà Freghé (Li 254) e all’interno della vicina Grotta Zeta (Li 903).
Bibliography
- Abbate E., Bortolotti V., Galbiati B., Principi G.; “Carta geologica delle ofioliti del Bargonasco e dell’alta val Graveglia”; L.A.C.; Firenze 1980
- Benedettini A., Bonaria V., Faccini F., Robbiano A.; “Osservazioni e ricerche idrogeologiche presso il complesso carbonatico di M. Coppello-M. Chiappozzo. Grotta sorgente della Madonna (Li 931 GE) – Alta Val Graveglia, Comune di Ne, Provincia di Genova (Liguria Orientale)”; Atti 2° Convegno su ambiente e sviluppo sostenibile “Le acque sotterranee – risorsa preziosa, poco conosciuta, a rischio”; Rossiglione (GE) 2002
- Brandolini P., Canepa G., Faccini F., Robbiano A., Terranova R.; “Geomorphological and geo-environmental features of the Graveglia Valley (Ligurian Apennines, Italy)”; Geografia Fisica e Dinamica; Quaternaria; n° 30; pag. 99-116; 2007
- Brandolini P., Faccini F., Renzi L., Robbiano A., Terranova R., Vercellotti D.; “Geodiversità della Val Graveglia (Appennino Ligure). Proposte per la valorizzazione turistica e la realizzazione di un geoparco”; Bollettino della Società Geografica Italiana; Serie XIII; vol. I (2008); pag. 913-927; Roma 2008
- Cobianchi M., Villa G.; “Biostratigrafia del Calcare a Calpionella e delle Argille a Palombini nella sezione di Statale (val Graveglia, Appennino ligure)”; Atti Ticinesi di Scienze della Terra; vol. 35; pag. 199-211; 1992
- Decandia M., Elter P.; “Carta geologica della zona del Bracco nel settore fra Levanto e M. Zatta”; L.A.C.; Firenze 1972
- Faccini F., Brandolini P., Robbiano A., Terranova R.; “Valorizzazione turistica e salvaguardia ambientale dei siti di interesse carsico nella Val Graveglia (Appennino Ligure)”; in R. Terranova, P. Brandolini e M. Firpo (eds.); “La valorizzazione turistica dello spazio fisico come via alla salvaguardia ambientale”; Pàtron; pag. 160-188; Bologna 2005
- Faccini F., Marescotti P., Robbiano A., (2000) - La Val Graveglia, un tesoro geologico nell’Appennino ligure, a cura dell’Ente Parco dell’Aveto, Fassicomo Ed., Genova, p. 112.
- Faccini F., Perasso L.; “Studi e ricerche di carattere geologico-ambientale, geomorfologico ed idrogeologico inerenti le risorgenti carsiche dell'alta valle graveglia (Appennino ligure) - 1° stralcio”
- Faccini F., Perasso L.; “Monitoraggio di sorgenti in Val Graveglia (GE)”; In Scio Fondo. Bollettino dell’Associazione Speleologica Genovese “San Giorgio”; n° 10; pag. 42-45; 2008
- Gabuti M.; “Val Graveglia – Rocca Granello”; In Scio Fondo. Bollettino dell’Associazione Speleologica Genovese “San Giorgio”; n° 2; pag. 37-40; 2000
- Jesu M.; “Finalmente si … ciocca …”; In Scio Fondo. Bollettino dell’Associazione Speleologica Genovese “San Giorgio”; n° 5; pag. 48-50; 2003
- Maifredi P., Giammarino S.; “Osservazioni idrogeologiche sulle risorgenti del Rivo Orti nell'alta Val Graveglia (Provincia di Genova)”; Atti Istituto di Geologia Università di Genova; n° 6 (1); pag. 3-20; 1968
- Maifredi P., Pastorino M.V.; “Nuove ricerche della sorgente Molinello (alta val Graveglia, Provincia di Genova)”; Atti Istituto di Geologia dell’Università di Genova; n° 7 (2); 1970
- Maifredi P., Pastorino M.V.; “Indagine sulle possibilità di utilizzazione delle sorgenti carsiche della Provincia di Genova”; Atti del XI Congresso Naz. di Speleologia, Genova 1972, Memoria XI; vol. I; “Rassegna Speleologica Italiana”, Como 1974
- Perrone E. et alii; “Carta idrografica d'Italia: corsi d'acqua del litorale toscano a nord del Serchio e della Riviera Ligure”; Memorie Illustrative Carta Idrogr. It.; n° 36; Roma 1912
- Raddi A.; “L'acqua potabile per la città di Chiavari, studi e proposte”; Tipolitografia successore Argiroffo; Chiavari 1897
- Raddi A.; “Le sorgenti di Nascio nell'Appennino Ligure”; Studi di idrologia sotterranea e di idrologia; Giorn. Scientif: Palermo; IV; pag. 12; 1898
- Raddi A.; “Studi idrologici e idrografici sulla natura delle sorgenti e risultati di studi sperimentali sulle Sorgenti di Nascio in Liguria”; Firenze 1901
- Società Geologica Italiana; “Appennino ligure-emiliano”; Guide geologiche regionali. BE-MA Ed.; pag. 382; Milano 1994
- Solari E.; “Le sorgenti di Nascio”; Chiavari 1899
Geographical framework
L’area carsica dell’alta Val Graveglia presenta longitudinalmente un'estensione di circa 3.2 km e trasversalmente un'estensione di circa 6.2 km; è formata da numerosi e isolati affioramenti calcarei, la cui superficie complessiva è di circa 8.35 kmq.
L’areale si diparte dal massiccio montuoso, culminante con la vetta del monte Chiappozzo (1127 metri); è percorso da una incisione valliva principale (torrente Reppia, poi Graveglia dopo la confluenza col rio Novelli in località ponte Lagoscuro) ed altre secondarie, caratterizzate in alcuni tratti da profonde incisioni nella roccia (rio Novelli). La morfologia presenta versanti fortemente acclivi, soprattutto in corrispondenza delle litologie più consistenti, con un addolcimento del rilievo in corrispondenza degli affioramenti a predominanza argillitica.
All'interno dell'area carsica sono presenti solo piccoli centri abitati; l'attività antropica è caratterizzata da un intenso sfruttamento del territorio: alcune cave in materiali lapidei sono a tutt’oggi in attività, mentre la quasi totalità delle antiche miniere di manganese e rame, particolarmente attive negli anni ’50-’70, sono attualmente chiuse o abbandonate.
La sola miniera di Gambatesa, di fronte ad Arzeno, è stata messa in sicurezza in alcuni suoi tratti e convertita a una fruizione turistica.
Geological framework
Le unità presenti in val Graveglia sono riconducibili al Dominio Ligure; sono rappresentate principalmente dall’Unità Bracco-Val Graveglia e, nel tratto terminale del bacino idrografico e nel settore nord-occidentale della vallata del torrente Reppia, dall’Unità del M. Gottero. La prima rappresenta la porzione basale della successione, con le ofioliti, che spesso compaiono al nucleo di grandi pieghe coricate, sormontate dalla loro copertura sedimentaria; la seconda è invece costituita da successioni sedimentarie scollate, in genere in corrispondenza delle Argille a Palombini, e comprendono anche termini più recenti che non compaiono nell’Unità Bracco-Val Graveglia (ABBATE ET AL., 1980). Le direttrici tettoniche principali, sulle quali risulta chiaramente impostato il reticolo idrografico del T. Graveglia e dei suoi tributari, sono rappresentate da due sistemi grossolanamente ortogonali fra loro: uno orientato tra N-S e NO-SE ed un altro orientato NE-SO. Il suddetto quadro tettonico influisce anche sugli aspetti geomorfologici della vallata, determinando, oltre all’accostamento fra ripidi versanti (ponte di Lagoscuro, pendici di M. Zatta) ed accumuli detritico-franosi rilevanti (Arzeno, Campo di Ne), imponenti deformazioni gravitative profonde, quali quelle rilevate ad Arzeno, Reppia, Pontori, Statale e Tolceto (FACCINI ET AL., 2000; BRANDOLINI ET AL., 2007; 2008).
Di specifico interesse per il loro carsismo, con significativi affioramenti soprattutto lungo il crinale M. Ricasola-M. Chiappozzo-M. Coppello e sul M. Bianco, si possono osservare i Calcari a Calpionelle, comprendenti calcari micritici puri con subordinate intercalazioni argillitiche, più abbondanti alla base della formazione; essi generalmente risultano compresi fra i Diaspri, di natura prevalentemente silicea, e le Argille a Palombini, costituite da argilliti grigio-scure in banchi e sottili alternanze ritmiche argillite-siltite, intercalate a strati di calcare micritico grigio.

Grotte conosciute in quest'area: 18


LI2067 FRATTURA DEGLI ASPARAGI wgs84: 44.3536111N 9.4711111E Q.
LI2101 Grotta Matilde wgs84: 44.3833333N 9.4238889E Q.540
LI2066 TANA DEL CUCCHIAIO wgs84: 44.3536111N 9.4713889E Q.
LI903 GROTTA ZETA wgs84: 44.3533909N 9.4713128E Q.420
LI2074 TANA DEL REBIGO wgs84: 44.3533798N 9.4733084E Q.630
LI887 ROCCA RONCALLO wgs84: 44.3379205N 9.4678021E Q.
LI366 TAN-A DO DIA'A wgs84: 44.339666N 9.4362041E Q.250
LI1812 GROTTA RISORGENZA DELLA GIOCONDA wgs84: 44.3655N 9.4515E Q.
LI1237 ROCCA RONCALLO INFERIORE wgs84: 44.3387125N 9.4653435E Q.
LI1814 POZZETTO DEL ROSPO wgs84: 44.3794378N 9.4642409E Q.
LI1795 POZZETTO DI TOLCETO wgs84: 44.3350556N 9.399E Q.244
LI1828 GROTTA RISORGENZA DI RIO ORTI wgs84: 44.3551111N 9.4757222E Q.
LI893 LINGUA LUNGA INF. wgs84: 44.3478488N 9.4616079E Q.275
LI1801 EQUIPE 64 wgs84: 44.3864379N 9.4630156E Q.
LI1813 GROTTA DEI DRAGHI VERDI wgs84: 44.3681389N 9.4735833E Q.780
LI1811 TANA DEL FELICE HENRY wgs84: 44.3658056N 9.4508333E Q.615
LI919 DIACLASI DEL CHIAPPOZZO N. 1 wgs84: 44.3751019N 9.482566E Q.950
LI1038 DIACLASI TERZA DI MONTE COPPELLO wgs84: 44.3809108N 9.4781866E Q.960